Video 2/6 – Il lavoro
Video 2/6 – Il lavoro
Lo storico per eccellenza di Minusio è stato Giuseppe Mondada (1907–1997) del quale segnaliamo, fra i vari libri scritti, “Minusio – Raccolta di memorie” edito da Armando Dadò nel 1991.
I primi abitatori della zona li testimoniano i ritrovamenti risalenti al V e il VI secolo a.C. ma i rinvenimenti più importanti provengono da tombe romane che hanno permesso di riportare alla luce oggetti prestigiosi.
Testimonianza medievale è la torre di San Quirico che nel 1500 fu rialzata e abbellita con bifore e trifore.
Un ricordo va alla cappellina Frizzi che fu demolita per lasciare il posto alla via Brione, i cui affreschi del 1490 circa, sono stati salvati staccandoli e in seguito restaurati.
D’importanza fondamentale sono gli archivi parrocchiale, comunale e patriziale che hanno permesso di risalire alle cronache di Minusio, grazie ad antiche pergamene, tra le quali un codice dei regolamenti del 1313, uno dei più antichi del Ticino, tradotto in italiano da don Giuseppe Galizia (1915-2007). Grandi documenti testimoniano del periodo di sudditanza di quelle terre ai Signori svizzeri, durante il periodo dei Landfogti.
Vengono evidenziate le attività degli avi: agricoltura, pastorizia, pesca con a fianco l’emigrazione di spazzacamini e muratori. Di quel periodo l’emigrante più autorevole fu l’architetto Giuseppe Frizzi (1797-1831) che a Torino progettò strade e piazze.
Verso il 1850 l’emigrazione si spostò verso l’Australia e la California.
La Ca’ di Ferro alla Vignascia, costruita verso il 1550, è stata in origine una caserma che ospitava i soldati mercenari reclutati e messi poi soprattutto al servizio del re di Francia. Fu successivamente trasformata in abitazione di famiglie borghesi.
Mappo è la zona delle tre grandi ville storiche; la Verbanella, demolita nel 1980, dove soggiornarono personalità del Risorgimento italiano, la Roccabella che fu proprietà anche del politico Rinaldo Simen (1849-1910) e la Baronata che, dal 1873 per qualche anno, deve la sua fama all’anarchico russo Mikhail Bakunin che ospitò vari agitatori e rivoluzionari europei.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0383
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.