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Santa Petronilla - Un oratorio: una storia di casa nostra In evidenza

1985
Oliveto Rodoni
Il Biaschese

Già nei secoli scorsi, a intervalli più o meno lunghi, voci si erano levate per denunciare lo stato di decadenza della chiesetta e della Via Crucis.

Durante le visite pastorali gli Arcivescovi promulgavano dei <decreta> nei quali venivano ordinati lavori di manutenzione. Ma se, nei primi anni del ‘900, la chiesetta fu salvata con interventi di copertura, non così fu per le cappelle della Via Crucis: una sola, delle primitive, rimane a testimoniare l’architettura e la pittura originali, e due furono restaurate da privati mentre Biasca festeggiava i 650 anni della sua <Carta di Libertà> con <i propositi di quest’ora di gloria per Biasca, lascia sperare che in epoca non lontana tutte possano ridare l’antico decoro a questo borgo.

Ma si era in pieno periodo bellico e il problema finanziario frenava sempre gli entusiasmi.

Nel 1984, di fronte all’evidente continuo deterioramento dell’Oratorio, i parrocchiani motivati dalla coscienza che il patrimonio storico-architettonico deve essere tramandato ai nostri figli perché testimonianza della nostra civiltà, votarono un credito di 100.000 franchi.

Un gruppo di lavoro (arch. Renato Giovannini, dall’arch. Fabio Papa, dal dir. Silvano Calanca, dal prevosto Don Lino Stabarini), nominato dal Consiglio Parrocchiale, inizió la ricerca storica negli archivi, l’accertamento dei danni subiti dall’edificio, gli studi per programmare gli interventi basandosi sui progetti dell’architetto Galfetti.

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Ii campanile si staglia esile contro le granitiche rocce.

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Oratorio di Santa Petronilla.

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Il piano di lastre che poggia sul selciato. Sullo sfondo è visibile l’altezza dello scavo.

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Si stanno togliendo le piode e appare la travatura.

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Particolare della travatura con chiodi in legno.

Leggi l’articolo Santa Petronilla - Un oratorio: una storia di casa nostra parte 1 cliccando qua.

La Santa

Ma chi era questa Santa?

La leggenda che Petronilla fosse figlia di S. Pietro nacque senza dubbio dall’interpretazione popolare dell’epigrafe sul suo sarcofago che, trasferito nel 757 in San Pietro per adempiere alla promessa dal Papa a Pipino e per consacrare l’alleanza franco-romana, venne poi, vuotato dalle reliquie, usato come materiale per pavimentare la Cappella del Sacramento nel 1574….

La primitiva cappella

Don Stabarini, nel Bollettino parrocchiale del giugno 1985, così scrive: Poiché questa Santa abbia avuto un posto dalle nostre parti, alla <Froda>, dove doveva esserci un monastero, oltre che un castello, può lasciar adito a molte supposizioni. Non avrà forse lo stesso significato di altri Santi, cari ai Franchi, come S. Martino, S. Remigio, S. Maurizio, la cui devozione è venuta a noi attraverso la Rezia?

E il dubbio rimane anche perché nelle nostre ricerche non abbiamo trovato documenti che possano far luce sulla primitiva edificazione della cappella e delle sua dedicazione.

La cappella faceva parte integrante della residenza fortificata degli Orello?

I restauri

Dopo la rimozione delle piode di copertura è stato possibile constatare la precaria conservazione del legname che costituisce l’orditura portante del tetto.

Tale accertamento ha chiesto un momento di riflessione e di studio……

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L’affresco interno rappresentante S.ta Petronilla in preghiera. Il tetto é completamente tolto e appaiono i danni provocati dall’umidità.

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Apertura per l’aerazione (sacrestia), murata, vista dall’interno

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L’artigiano mentre sta posando le piode.

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Vien calata dall’elicottero la trave del colmo.

Leggi l’articolo Santa Petronilla - Un oratorio: una storia di casa nostra parte 2 cliccando qua.

La peste e gli oratori

La morte nera, considerata l’espressione dell’ira divina, portava l’uomo a invocare il perdono, l’aiuto, il ringraziamento.

E in questa atmosfera, il sentimento religioso si manifestava in processioni, preghiere pubbliche voti per la costruzione di chiese e cappelle, ex-voto, testamenti con lasciti per opere pie.

Nacque anche un’architettura della peste: calvari, croci e specialmente nell’Europa occidentale, cappelle dedicate a San Rocco.

Ed i Biaschesi non sfuggirono a questo clima mistico, a questa pietà.

Nell’agosto del 1576 la peste fa la sua apparizione a Milano: è la peste di San Carlo e a Biasca fa la sua apparizione nel 1584 con una durata di circa un anno.

I restauri

L’oratorio di Santa Petronilla segnava sicuramente il punto di passaggio obbligato fra le abitazioni, le abitazioni distribuite nelle diverse frazioni biaschesi ed il retroterra della montagna che, in economia di autosufficienza, rivestiva notevole importanza.

Il punto obbligato di passaggio e la disponibilità alla sosta dell’ampio sagrato, hanno certamente influito sulla decisione per la scelta dell’ubicazione.

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«Descrittione della capella di S. Rocho che si voi fare in Biasca». Schizzo eseguito dal prevosto Basso probabilmente nel 1594. (Archivio Parrocchiale Biasca).

Clicca qua per ingrandire la foto.

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Particolare di muri preesistenti la costruzione della cappella di Santa Petronilla, scoperti durante i lavori di sistemazione del sagrato.

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Archivio Museo della Memoria: MDM0686

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24 settembre 2022
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