“Chi sia davvero mio padre in realtà non ha importanza, perché come lui ce ne sono molti altri. Le sue sono storie di genti e di paese. Storie di piccoli brogli e grandi risate. Storie alla Don Camillo e Peppone. Storie per sorridere o anche solo per trascorrere qualche ora tra avventure e vicissitudini. Storie da rivivere e storie per non dimenticare. Storie che lascerò raccontare da lui, in prima persona, conservando perfino qualche termine dialettale, senza intervenire -se non con piccolissime incursioni- per non guastare l’autenticità dello spirito con cui sono state vissute. Un’autenticità narrativa, che sarà avvalorata e rafforzata anche e soprattutto dai suoi brevi temi scolastici, ritrovati in soffitta e spolverati per l’occasione”.

(Dalla premessa dell’autrice)

Leggendo i bellissimi racconti, conosciamo il postino del paese e il prete manesco, il maestro severo e gli operai ubriaconi, le storie degli emigranti e le avventure dei contrabbandieri, le birichinate e i buoni propositi…. Una testimonianza preziosa e godibile della vita in un villaggio ticinese degli anni ’50 del 1900.

Manuela Mazzi (Locarno, 1971) vive e lavora a Minusio.

Giornalista professionista, scrittrice di talento, viaggiatrice e fotografa, ha al suo attivo diversi libri e premi letterari internazionali.

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