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4 oh 5 Telpign e dui oh 3 mozoii ... In evidenza

gennaio, 2003
Silvano Calanca
Il Biaschese

Scoperte in archivio. Un nostro “piccolo mondo”, nascosto tra le mille e mille pagine scritte dell’Archivio storico, sta tornando a vivere. Un piccolo mondo che però ha una rilevante importanza per chi vuole approfondire momenti di storia politica, amministrativa, sociale e linguistica.

Sfogliando lettere, scritti e foto, che sembrano fermare il tempo e il personaggio in un preciso momento, possiamo ripercorrere la vita della persona, quella del suo nucleo familiare, del suo paese. Un lavoro di ricerca complesso, è vero, ma affascinante per chi, e qui parlo specialmente ai giovani studiosi, si prepara alla vita.

Non conosco la figura dell’emigrante che l’ha scritta ai famigliari, né il perché del suo partire, né l’attività che svolgeva sia in patria sia in America. Non credo possano essere dettagli importanti per capire i sentimenti che emanano di tra le righe. Amore? Nostalgia? Ricordi? Un po’ d’orgoglio’

Un nostro “ piccolo mondo “, nascosto tra le mille e mille pagine scritte dell’Archivio storico, sta ritornando a vivere. Un piccolo mondo che però ha una rilevante importanza per chi vuole approfondire momenti di storia politica, amministrativa, sociale,….e linguistica.

Sfogliando lettere, scritti e foto, che sembrano fermare il tempo e il personaggio in un preciso momento, possiamo ripercorrere la vita della persona, quella del suo nucleo familiare, del suo paese. Un lavoro di ricerca complesso, è vero, ma affascinante per chi, e qui parlo specialmente ai giovani studiosi, si prepara alla vita. Ricordo che le nostre radici, la nostra identità, stanno nella nostra storia. Quindi è necessario non perderne i contatti.

In questo primo numero del 2003 vi propongo una singolare lettera.

Non conosco la figura dell’emigrante che l’ha scritta ai famigliari, né il perché del suo partire, né l’attività che svolgeva sia in patria sia in America. Non credo possano essere dettagli importanti per capire i sentimenti che emanano di tra le righe. Amore ? Nostalgia ? Ricordi ? Un po’ d’orgoglio?

Ognuno, leggendola, potrà riflettere in modo personale.

La propongo per l’“ idioma “ adoperato dal nostro emigrante. E non è una provocazione per gli eventuali lettori puristi della lingua. E’ semplicemente il prendere atto come il dialetto era, per alcuni, anche veicolo scritto di comunicazione, di affermazione di una origine, di confidenza,…di bisogno, forse, di dire d’essere ancora vivo.

Una scrittura che forse farà sorridere. Ma non è mio compito l’analizzare i vocaboli, gli accenti, la fonetica e tutto quanto riguarda il linguista. Lo lascio volentieri agli specialisti come lo lascio al nostro caro Spartaco, alla sua colonna mensile,che forse ne saprà dare una valutazione.

Lettera 1

Carissimo Nà…Wood…

Senza dubi chè tanti volt tei dic, povra mi ché Zii…ooo chè gò.

Toveda cor minghia vegh ol Tecuvign cos che suced ! è credeva sempro chè l’era et setembro, ma ora mai to bè lenscla per Carnavà invecia ché naa a Balaa.

To set è scia staic foo in to posasiogn ?? em ragordi chè gh’era foo 4 oh 5 Telpign e dui oh 3 mozoii ma destè ora hegh sara bè scià nic su fiou intorn el Beig ol se nom lè Inganamoda, om bel post dè tignii Pevioii.

D’altro nient dè bel. Ioragiat i va poog d’acordi coi Liberai, ol temp oh muliscia es pò’ digh nient.

Et mandi re corenscia è credi gho bè pieset ho la facia om me amis n’Indian.

Cor vegh nient d’altro passo a cioncare sù augurandoti bona salut.

Tuo Zio

Lettera 2

Carissima sorella

E tuic ialtri anga

Per l’amor di Dio oh sa mo ragordò ma èm discmentighi bè mighia ma è veign mai in menta dè tiraa su i calzi.

Vii spero tutti in bene, anch’io non posso lomantam.

Pei Fest sen naic la in de r’ Eneta.

La mà scric dé na là à Nadal forsi lè pensa chè gò mo là ol petusc.

Ma domandi mi, ie pe ròp chè ròp…

Bene augurandovi buona salute tutti uniti chiudo.

Tuo Fredel Betiscsta

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