A suon di banda. 5: Istituzione e cultura
A suon di banda. 5: Istituzione e cultura
Giovandosi della collaborazione dell’etnomusicologo Roberto Leydi, a metà degli anni Ottanta, il musicologo Renzo Rota e il regista Sandro Bertossa realizzarono una serie di sei documentari dedicati alla tradizione e alla pratica della musica in bada nella Svizzera italiana intitolata: «A suon di banda».
Questa quinta puntata, intitolata «Istituzione e cultura», andò in onda il 17 novembre 1997. Per gran parte dei giovani delle regioni periferiche, la banda rappresenta ancora l’unica possibilità di avvicinarsi alla pratica musicale. Ma al di là di questa funzione didattica, ancora indispensabile in assenza di scuole musicali pubbliche, può la banda contribuire tuttora allo sviluppo culturale della regione?
Gli intervistati sono: Lorenzo Bianconi: docente all’Università di Bologna; Arnaldo Biffi: segretario della Federazione Bandistica Ticinese (FeBaTi); Roberto Leydi: etnomusicologo del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dal 14 al 20 novembre 1987.
Per gran parte dei nostri giovani, soprattutto — ma non solo — delle regioni periferiche, la banda rappresenta ancora l’unica possibilità di avvicinarsi alla pratica musicale e non sono pochi i musicisti professionisti locali che proprio dalla loro filarmonica di paese sono riusciti ad accedere al conservatorio. È anche per questa ragione (e non senza qualche pericolo) che le autorità hanno sempre accordato grande considerazione e notevoli sovvenzioni all’istituzione bandistica. Da parte loro, le bande hanno saputo organizzarsi. Ma al di là di questa funzione didattica, ancora indispensabile in assenza di scuole musicali pubbliche, può la banda tuttora contribuire allo sviluppo culturale della regione? Ha insomma ancora senso, dal profilo culturale, la sua presenza in un’epoca in cui tutti possono avere accesso a qualsiasi genere di musica? Il fatto è che la banda non vive unicamente della sua funzione, bensì anche di vita propria, in quanto elemento socializzante in grado di riunire gruppi di cittadini sotto una bandiera, all’insegna di un campanile, suscitando sentimenti di orgoglio e fierezza d’appartenenza a quel determinato gruppo.
La quinta puntata di «A suon di banda» — in onda alla TSI martedì alle 21.30 ed intitolata «Istituzione e cultura» — ospita la scuola di musica della Filarmonica di Airolo, il complesso dei corsi di perfezionamento della FeBaTi, Ia Filarmonica Alto Malcantone e l’Unione Filarmoniche di Ascona. Sono stati intervistati l’onorevole Fulvio Caccia, Marco Boschetti, il segretario della FeBaTi Arnaldo Biffi, il professor Lorenzo Bianconi ed il professor Roberto Leydi.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.