Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch
In evidenza

Piero Bianconi descrive gli ultimi Sacri Monti

12 marzo 1978
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Piero Bianconi è l’autore di questo servizio andato in onda il 12 marzo 1978 nel programma televisivo «Segni». Girato a Domodossola, Brissago, e Locarno, ne fu regista Mirto Storni. Si tratta di una visita ai Sacri Monte di Domodossola (detto il Calvario), Ghiffa (la Trinità), Brissago e Locarno (la Madonna del Sasso) dove è possibile vedere numerose cappelle con statue e dipinti che rievocano scene della vita di Cristo.

A pagina 10 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dall’11 al 17 marzo 1978 si leggeva la presentazione del servizio scritta dallo stesso Piero Bianconi:

In fatto di Sacri Monti il Verbano è, dei laghi lombardi, il più ricco: almeno come intenzioni: ne conta quattro, ma a sommarli non valgno che meno della metà di Orta o di Isola Comacina; infatti sono rimasti solo abbozzati e lasciati a metà. Arona, per cominciare: dove doveva sorgere una serie di cappelle con i fatti della vita di San Carlo: poco o niente di fatto, e niente rimane, se non la colossale statua, il popolare San Carlone. Poi Ghiffa, dove il santuario — alto sul lago, con una stupenda veduta di acque e di montagne — è attorniato da alcune cappelle di buona architettura, oltre un porticato che accoglieva i numerosi pellegrini; e. come di giusto, un grotto col giuoco delle bocce. A Brissago s’è conservato più che altro il nome di Sacro Monte (recentemente si è restaurata la bella chiesa settecentesca, e il maltempo ha provocato gravi danni), e un cappellone scenograficamente assai notevole, con la Crocefissione. Infine Locarno: l’erta che porta al santuario del Sasso era fatta apposta per sgranarvi un rosario di cappelle con figurazioni plastiche; e gli inizi furono assai promettenti. Il Morigia (1603) scrive: «si dà principio ad alcune cappelle… e sarà un’opera celebranda»; si chiamò da Varese l’architetto Bernascone ideatore di quello stupendo Sacro Monte, vi fu attivo il Francesco Silva di Morbio Sotto: ma l’entusiasmo iniziale andò raffreddandosi, oggi non sussistono che alcune scene plastiche a divertimento dei ragazzini… A questi esempi del Verbano si aggiunge il cosiddetto Calvario di Domodossola, che conserva la serie completa delle cappelle con le figurazioni plastiche della Passione, lungo la strada acciottolata che dal basso porta alla sommità del colle Matarella, con la chiesa e le case dei Rosminiani. Si chiude così la lunga serie di Sacri Monti piemontesi e lombardi, di queste tipiche creazioni dell’arte e della pietà popolari che conservano ancora qual- cosa del loro fascino iniziale: dall’ ammirevole insieme di Varallo passando per Orta e Varese al santuario della Madonna del Soccorso sul Lario. [Piero Bianconi]

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!
9 febbraio 2022
503 visualizzazioni
0 likes
0 preferiti
0 commenti
0 dossier
00:22:46
Già 2,050 documenti associati a 1970 - 1979

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
11,514
3,163
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.