Sei anni di vita nostra: 7. Sigle importanti
Sei anni di vita nostra: 7. Sigle importanti
Intitolata «Sigle importanti», il 26 febbraio 1970, andò in onda la settima delle tredici puntate di un ciclo di trasmissioni televisive curato da Rinaldo Giambonini dedicate alla Seconda guerra mondiale nell’esperienza fattane in Ticino. L’aspetto oggi senz’altro più rilevante di questi documenti televisivi è l’accesso alla testimonianza diretta che questo ciclo di trasmissioni consente, ascoltando interviste a donne e uomini nati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, alcuni dei quali ebbero esperienza non solo della Seconda bensì anche della Prima guerra mondiale.
Questa puntata è dedicata ai corpi complementari del nostro esercito, quali la Protezione Antiaerea (PA) e il Servizio Complementare Femminile (SCF), e ai compiti che ebbero durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli intervistati sono: Adolfo Bader: Protezione Antiaerea (PA); Domenico Robbiani: sgtm, già dir scolastico; Elsa Franconi Poretti: ex SCF; Erminia Bolzani: ex SCF; Lucietta Salvade: ex SCF; Graziella Foglia: ex SCF; Loris Mascioni: sindaco di Brusio.
Il settimanale «Radiotivù» del 10 gennaio 1970, a pagina 28 presentava con queste parole la serie di trasmissioni curata da Rinaldo Giambonini:
6 anni di vita nostra
Un programma realizzato da Rinaldo Giambonini
Sono passati circa 30 anni dall’inizio della Seconda guerra mondiale e 25 dalla fine. A cavallo delle due mobilitazioni generali (400.000 uomini chiamati alle armi in Svizzera nella prima e mezzo milione nella seconda) la TSI inizierà con giovedì 15 gennaio una nuova serie di trasmissioni realizzata da Rinaldo Giambonini. Il secondo conflitto causò la morte in Europa di circa 40 milioni di persone e in Asia e nel Pacifico di 15 milioni e 600.000.
La Svizzera venne risparmiata dal flagello. Ma furono ugualmente, quelli, anni duri, difficili in casa nostra. Il giornalista e regista Rinaldo Giambonini ha così sintetizzato lo scopo di questo suo lavoro: «Sei anni di vita, o storia, nostra. Voci, volti e vicissitudini di una guerra non vissuta, fortunatamente, ma «sentita» nella Svizzera Italiana.
Anni di storia nostra, ricordati attraverso immagini, interviste, documenti. Moltissime, evidentemente, potrebbero essere le persone da avvicinare, da interpellare. Migliaia gli episodi. È stato giocoforza fare una scelta del «materiale», anche umano, a disposizione, cercando di interpretare i sentimenti della nostra gente, dei militari e degli ufficiali di allora, dei civili che rimasero a casa.
Una carrellata, insomma, di ricordi, di racconti, di precisazioni, di fatti conosciuti e inediti. Per l’occasione sono stati avvicinati uomini politici (come l’on. ministro Enrico Celio Presidente della Confederazione nel 1943 e l’attuale Consigliere Federale on. Nello Celio), alti ufficiali, soldati, abitanti di città e di montagna, uomini e donne.»
Un lavoro durato mesi, di raccolta di informazioni, di scelta dei documenti, dei filmati d’archivio, di selezione, di ricerca. Tredici saranno le puntate di «Sei anni di vita nostra».
Questi i titoli:
- Lo scoppio della Seconda guerra mondiale
- Eravamo pronti?
- Tempo di razionamenti
- A colloquio con l’on. Enrico Celio, già presidente della Confederazione
- Dal diario del servizio attivo
- Sorrisi in grigioverde
- Sigle importanti
- Lugano: Centro d’informazioni
- Oltre la rete
- Alla frontiera
- Obiettivo su Chiasso
- I fatti di Spruga e di Chiasso
- La pace
Grazie a LanostraStoria.ch ho potuto ascoltare questo documento audio e sentire la voce di mio nonno Adolfo Bader.
Estratto dalla Gazzeta Ticinese martedì, 16 ottobre 1973
…” Adolfo Bader è stato per circa tredici anni procuratore pubblico sottocenerino: a tale funzione era stato eletto nel 1955, successore dell'avv. Gallacchi. Adolfo Bader fu magistrato di grande capacità; seppe affrontare, nella delicata parte dell'accusatore pubblico, quindi di colui che tutela i diritti dei cittadini contro i malviventi, prove impegnative, in processi che si sono inseriti, per complessità di argomenti e limpidezza di risultati, nella storia penale su piano nazionale. Duro, d'una logica stringente nelle requisitorie, Bader rappresentò, forse, l'ultima generazione dei penalisti che attendevano al proprio compito non soltanto con severa dottrina, ma, insieme, con ampia oratoria, tipica della scuola di giurisprudenza che attingeva, in special modo, all'insegnamento dei grandi latini. Adolfo Bader fu uomo di cultura, nel senso positivo e prestigioso del termine. Accomunò agli studi del diritto profonde indagini sulle scienze sociali, che gli consentivano, nell'attività quotidiana, di affrontare con profondo senso umano - pur se non immediatamente trasparente nella sua espressione spesso intensamente severa - ad uno ad uno i casi che la quotidiana vita tra i carcerati gli recava sul tavolo. Fu presidente della Società svizzera di diritto penale: ed in tale funzione fu stimato relatore in occasione di importanti assise ed apprezzato interlocutore di penalisti noti a livello europeo. …”