L’architettura del Ticino dal 1850 al 1978 — Gli ultimi 50 anni
L’architettura del Ticino dal 1850 al 1978 — Gli ultimi 50 anni
Nel 1978, per la trasmissione «Enciclopedia TV», a Fabio Bonetti e Paolo Fumagalli venne affidato un ciclo di cinque trasmissioni dedicato alla recente storia dell'architettura nel Ticino.
Questa quarta puntata - intitolata «Realtà e contraddizioni degli ultimi 50 anni» -andò in onda il 29 maggio 1978.
Nel nostro paese, l'apporto dell'avanguardia fu circoscritto solo qualche individualità di spicco, ed fu troppo sporadico per influenzare l'architettura cantonale, che del resto rimase piuttosto refrattaria anche allo stile aulico e trionfalistico dell'Italia fascista. Così in Ticino continuò a prevalere un'architettura eclettica e ancora condizionata dalla tradizione ottocentesca; una tendenza molto conservatrice, che in alcuni casi è riuscita però a realizzare quartieri omogenei e piacevoli nelle nostre città (Lugano e Bellinzona). Osteggiate anche dal potere economico e politico, le nuove forme moderne tardarono ad imporsi e cominciarono prevalere solo alle soglie degli anni Quaranta.
Il dopoguerra, infine, fu caratterizzato dall'esplosione dell'urbanesimo e dei traffici, che alimentarono uno sviluppo edilizio senza precedenti (sono gli anni in cui fu costruita l'autostrada), le cui conseguenze, positive e negative, erano mostrate dai due autori di questo ciclo di trasmissioni (come la demolizione di interi quartieri e la terziarizzazione dei centri storici, che da abitativi diventano commerciali così il centro città perde la propria identità).
Gli intervistati sono Enrico Mantero, docente al Politecnico di Milano; Angelo Rossi, economista e Carlo Cotti, artista.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.