La contrada della mia fanciullezza
“… L'arrivo del gelataio era atteso con trepidazione da noi bambini. Il popolare «Marco Fola», giungeva in contrada sospingendo il suo carretto, dopo aver percorso altre contrade, diretto all'ultima méta della giornata: i grotti. Tanto era atteso, non occorreva che annunciasse il suo arrivo. Limone o vaniglia? Dieci o venti centesimi? La scelta non era vasta ma la genuinità del prodotto assicurata…”
Estratto dall’articolo del Biaschese.
Questa mia chiacchierata vuol semplicemente e soltanto essere una testimonianza di vita e usanze passate. Una testimonianza e basta. Nessun rimpianto dunque per la vita d’una contrada che non è più, se non nel senso che, per me, furono tempi dell’infanzia e per questo tempi felici come credo, nonostante tutto, lo siano sempre per tutti, ricchi o poveri, anche se in quei momenti non si riesce a rendersene conto.> (Acqua Pepata)
Rileggendo questi racconti mi è sembrato di essere trasportata in un’altra epoca, di rivedere quei luoghi, e di rivivere le usanze, le emozioni, le fatiche e le gioie di quella zona di Biasca, pomposamente chiamata “I Palazzi”. Brava Alda.
Luciana Dürig-Sala
Immagini della mia contrada
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Archivio Museo della Memoria: MDM0645
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.