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Quale spazio ai «produttori di cultura» nella Svizzera italiana?

6 aprile 1977
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Curato da Giovanni Orelli, il programma televisivo «Questo e altro» andato in onda il 6 aprile 1977 fu dedicato alla ricerca storica nella Svizzera italiana, assunto come esempio di produzione culturale, spesso circoscritta al lavoro di un singolo ricercatore che opera individualmente. La puntata fu presentata a pagina 15 del settimanale «Radiotivù» in edicola il 2 aprile 1977 con un testo nel quale di riconosce la penna di Orelli stesso:

Durante un recente dibattito promosso da questa stessa rubrica, e incentrato sui progetti per un Centro universitario nella Svizzera italiana, sono emerse alcune considerazioni che meritano di essere riprese, anche da un diverso punto di vista. Tra l’altro è stata proposta l’equazione cultura come tecnologia avanzata (con ciò si metterebbe subito e sbrigativamente fuori gioco la Svizzera italiana; con ciò si qualifica come obsoleta la cultura nella Svizzera italiana), concedendo le attenuanti per taluni lavori, prodotto dello sforzo individuale. Partiamo allora da questi prodotti dello sforzo individuale (come esempio recente è paradigmatico il caso di Giorgio Cheda, nella sua ricerca sull’emigrazione ticinese in Australia) per domandarci (tra l’altro): in quali condizioni, con quali possibilità, con quali patteggiamenti, con quali rinunce, può lavorare un «produttore di cultura» nella Svizzera italiana? La situazione è complessa, anche perché varia se si passa dal poeta allo storico al filologo allo scrittore per il teatro al musicista al cineasta ecc. ecc. Se scegliamo, per necessità pratiche, di tenere presenti la condizione dello storico e del filologo non sarà per stabilire impertinenti gerarchie tra le varie discipline o attività, e nemmeno per lasciarci catturare, più del necessario, dalla tentazione del «bilancio» (che cosa si produce di buono nella Svizzera italiana). Non più del necessario: vorremmo comunque cercare di dire qualcosa sul rapporto che corre tra il prodotto di alcuni pochi e la società in cui viviamo (la società «Svizzera italiana»), e quindi provarci ad applicare alla Svizzera italiana le due facce di quella medaglia che va sotto il nome di provincialismo: abbiamo motivi di sovreccitazioni sciovinistiche? o motivi di depressione? In questa prospettiva, troverà una sua giustificazione anche un sommario bilancio su quello che si fa (e non si fa), su quello che si può fare (e non si può fare) nel nostro paese.

Gli ospiti in studio sono padre Callisto Caldelari, Giulio Guderzo, Carlo Speziali e Vincenzo Snider.

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1 settembre 2021
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