I funerali di ieri e quelli di oggi
L’ARTICOLO, A CURA DI GUIDO CODONI, È APPARSO NEL FEBBRAIO 2018 SU L’INFORMATORE.
Fu Napoleone, con l’editto di Saint-Cloud del 1804, il primo a sancire l’obbligatorietà delle sepolture in appositi spazi recintati fuori dall’abitato, affidando nel contempo alle amministrazioni pubbliche il compito di realizzarli e custodirli. In Ticino la pratica di seppellire i defunti in sepolcri comuni all’interno delle chiese o in cimiteri adiacenti, causando comprensibili conseguenze d’ordine igienico e sanitario, durò fin verso gli anni Trenta del 1800, quando, complice l’epidemia di colera, furono emanate leggi specifici che imposero ai Comuni la costruzione di cimiteri “a norma”. Tale imposizione provocò profonde divisioni fra chi la auspicava e chi vedeva in tali decreti l’ingerenza dello Stato nelle questioni religiose. Tanto che vi furono preti che si rifiutarono di benedire i nuovi spazi. Seppur lentamente la nuova pratica andò diffondendosi e i cimiteri sorsero a ridosso dei nuclei d’allora. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, con l’espansione delle zone abitative, le aree cimiteriali si sono trovate inglobate nel paese o nella città diffusa. Anche la forma del funerale ha subìto grandi trasformazioni. Chi, nel nostro distretto, ha vissuto l’evoluzione delle esequie, dandone un taglio decisamente innovativo, è Fernando Coltamai (…)
Autore articolo: Guido Codoni
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Archivio Museo della Memoria: MDM0342
Foto:
Funerale a Mendrisio. (Foto di Gino Pedroli)
Corteo funebre in Valle di Muggio. (Foto di Gino Pedroli)
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.