Paesaggio che cambia: 3. Il pascolo di montagna
Paesaggio che cambia: 3. Il pascolo di montagna
Negli ultimi mesi del 1973 e nei primi mesi dell’anni successivo, il programma televisivo «VROUM» mandò in onda una serie di documentari intitolata: «Paesaggio che cambia». Articolata in sei puntate curate da Athos Simonetti e da Sergio Genni, illustrava le trasformazioni in corso nella Svizzera italiana, mettendo a fuoco in particolare i profondi cambiamenti conosciuti dalle zone rurali.
Girata in varie località del Canton Ticino, la terza puntata del ciclo «Paesaggio che cambia» andò in onda il 23 gennaio 1974.
Questa puntata si sofferma sul paesaggio ticinese dal punto di vista dello sfruttamento delle risorse naturali. Il pascolo di montagna e le attività degli alpeggi, dove per due o tre mesi durante l’estate vi soggiorna il bestiame proveniente dal fondovalle. Numerose sono le mansioni svolte dalla comunità di montagna, dal disboscamento, per ottenere nuovi prati e pascoli, alla lavorazione del latte per produrre burro e formaggio, alla costruzione di muri di sostegno e di terrazzi, al fine di sfruttare al massimo l’impervio territorio. I prodotti dell’alpe infatti sono sempre stati di grande importanza per la vita economica delle regioni di montagna, dove viene praticato ancora oggi un lavoro di tipo artigianale.
Gli interventi recenti compiuti in queste zone rurali possono essere considerati di tipo preindustriale, ma oggi la società industrializzata influenza queste zone soprattutto per le attività turistiche. Vengono così costruite strade, case di vacanza, impianti per valorizzare la montagna che necessitano ingenti capitali. L’attività agricola diventa così precaria e la tendenza all’abbandono di queste zone è quanto mai visibile. Alcuni alpeggi sono strati trasformati in modo da poter essere inseriti nello sviluppo economico del paese. Quindi le attività rurali (importanti per conservare e curare il paesaggio) e quelle turistiche (che assicurano il lavoro tutto l’anno a parecchie persone e rendere vitali le zone più discoste) dovranno svilupparsi in modo armonioso – suggeriscono gli autori Athos Simonetti e da Sergio Genni, solo così potranno essere risolti i problemi economici delle zone di montagna più svantaggiate.

L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.