Vittorio Castelnuovo (cantautore) di Massimina Pesenti, nipote
Vittorio Castelnuovo (cantautore) di Massimina Pesenti, nipote
Mio zio Vittorio Castelnuovo è nato a Osogna nel 1915 e deceduto a Biasca nel 2005, dove ha vissuto dal 1944. Ha dedicato la sua vita all’arte; ha attraversato il 20° secolo producendo in settori artistici diversi: ha composto un centinaio di canzoni popolari, ha scritto circa 150 tra poesie e racconti, ha dipinto una cinquantina di quadri e si è cimentato in oltre in parti teatrali, barzellette, dediche.
Animava matrimoni, feste pubbliche e private cantando e accompagnandosi con la sua inseparabile fisarmonica e intratteneva i presenti raccontando storielle e barzellette.
Riusciva a far commuovere, regalava momenti di allegria e divertimento, alternandoli come sulle montagne russe: un attimo all’apice dell’allegria e un attimo dopo giù tuffati nella malinconia e poi di nuovo su a cavallo dell’allegria.
Si spostava nei diversi comuni ticinesi, ma anche all’estero, e si esibiva in piazze, ristoranti, sale di teatro, ricevendo in generale consenso dal pubblico, che imparava e cantava con piacere le sue canzoni.
È ricordato non tanto come pittore o animatore di feste, ma soprattutto per la sua opera musicale. “Bella bleniesina”, “O bella verzaschina”, “L’addio del giovane militare”, “Senza mamma”, “L’emigrante ticinese”, … ecco i titoli di alcune sue canzoni. È stato il cantautore della nostra terra delle nostre tradizioni popolari. Le sue canzoni sono entrate nel cuore dei ticinesi, in patria e all’estero, e mi piace pensare che facciano parte del patrimonio culturale ticinese.
Raccontava in musica, in modo semplice e diretto, i lavori umili, gli eventi storici, fatti allegri o commoventi ispirati dalla realtà quotidiana.
L’emigrazione è stata un tema molto sentito da Vittorio; in un’intervista ha affermato di considerarlo il più importante, secondo me però, nella sua opera è l’amore che la fa da padrone.
La stragrande maggioranza delle sue canzoni ruota attorno al tema dell’amore, attorno alla sfera femminile: la Madonna, la mamma, ma soprattutto la bella amata (forse meglio … le belle amate).
Nei suoi brani emerge pure una grande ammirazione e rispetto per la natura.
La bellezza delle nostre valli lo commuoveva ed è stata ispiratrice di molte canzoni proprio dedicate alle valli ticinesi.
“La professione” di cantautore non gli permetteva però di sbarcare il lunario e ha dovuto quindi sempre parallelamente lavorare, dapprima come scalpellino e in seguito come assicuratore.
Ha condotto una vita semplice, sempre innamorato delle sue composizioni e certo del valore delle stesse. Quello che ha guadagnato dalla vendita di spartiti, dischi, cassette audio e CD lo ha lasciato, per testamento, in beneficenza.
Se volete saperne di più su Vittorio Castelnuovo, se volete dare un’occhiata nella sua vita, percepire le sue gioie, le delusioni, l’amore, … potete approfondire il tema consultando le seguenti fonti:
- “Vittorio Castelnuovo: una vita tra le note”, Massimina Pesenti, Jam edizioni, 2015
(Biografia con CD allegato, comprendente 21 brani originali)
- “Vittorio Castelnuovo: le sue più belle canzoni”, Massimina Pesenti e Claudio Sartore, Edizioni Pesenti-Sartore, Tipo-Offset Jam SA Prosito, 2017
(Canzoniere con 51 brani: spartiti, parole e annotazioni inedite del cantautore)
- Profilo Facebook: “Vittorio Castelnuovo zio Tojo”
(post con fotografie, filmati, interviste, video musiali del passato e interpretazioni di musicisti attuali, che con il loro lavoro garantiscono continuità all’opera di mio zio, cito solo alcuni nomi: Claudio Sartore, Danilo Boggini, ma in particolare Flavio Caldelari, fisarmonicista e cantante, che è il maggior portavoce di Vittorio Castelnuovo)
- In Internet: digitando “Vittorio Castelnuovo” è possibile rivedere interviste e trasmissioni dedicate a lui.
Concludo con un grazie particolare al Comune di Biasca per le diverse manifestazioni organizzate e/o sostenute, in ricordo di mio zio.
Vai al dossier Vittorio Castelnuovo cliccando qua.
Archivio Museo della Memoria: MDM0459
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.