Biblioteche in Ticino sì, ma come?
Biblioteche in Ticino sì, ma come?
Curato da Giovanni Orelli, il programma televisivo «Questo e altro» andato in onda il 27 settembre 1979 fu dedicato alla questione delle biblioteche nel Canton Ticino. La puntata fu presentata a pagina 8 del settimanale «Radiotivù» in edicola il 22 settembre 1979 con un testo nel quale di riconosce la penna di Orelli stesso:
Chi segue un poco le cronache del nostro Cantone avrà certamente notato che si fa, se non un gran parlare, un discreto parlare di biblioteche: se ne parla a Lugano (biblioteca comunale che dovrebbe sorgere nello stabile che ora è Ospedale Civico, quando le attrezzature ospedaliere saranno trasferite nella nuova sede); se ne parla a Locarno, a Bellinzona.
L’esigenza di creare delle biblioteche non si limita comunque alle città. La creazione della scuola media (e la relativa costruzione di un cospicuo numero di edifici scolastici nuovi) potrebbe modificare notevolmente alcune forme di vita sociale non solo nella città ma anche nei centri rurali.
Le nuove scuole metteranno infatti a disposizione degli allievi infrastrutture per la pratica dello sport (si pensi all’importanza di una piscina, oltre che di una palestra), e anche una biblioteca. Lo stato sta affrontando il problema della formazione di bibliotecari per queste scuole.
Il nostro dibattito si apre sulle soglie di questa prospettiva. Anzi, dobbiamo dire che «Questo e altro» già si è occupato della biblioteca, parecchi anni fa: ma se ne era occupato nei termini in cui il problema si configurava allora: presenza della biblioteca cantonale (e non presenza: un film-inchiesta mostrava come molta della nostra gente non sapeva nemmeno dell’esistenza della biblioteca cantonale, e se lo sapeva non esistevano comunque rapporti tra la biblioteca cantonale e l’intervistato) e presenza (e non presenza) di biblioteche minori (come la «Biblioteca per tutti»).
Oggi, la situazione sta radicalmente mutando: e siccome le strade che si possono imboccare sono più di una (e alcune sono buone e altre no) vorremmo interrogarci, cioè interrogare i nostri ospiti, sulla funzione di una biblioteca nella società di oggi: deposito di libri o centro di vita culturale? La domanda è soprattutto importante per biblioteche che non si rivolgono prevalentemente a studiosi (come, per una felicissima iniziativa, la Biblioteca della Salita dei Frati, a Lugano) ma che si rivolgono alla popolazione di un paese, di una valle (come nel caso, appunto, delle biblioteche legate alla scuola media: e qui sarà importante vedere se la biblioteca sarà fatta solo in funzione degli allievi o se sarà fatta in funzione della popolazione tutta).
Allora: come si concepisce e come bisognerebbe concepire una biblioteca oggi? Una biblioteca per chi? Aperta quando? Quale la funzione del bibliotecario? Quale rapporto tra biblioteca e uso del tempo libero? Quale biblioteca e centro per i giovani? E attività postscolastiche? ecc.
Gli ospiti in studio sono Fernando Lepori, Antonio Spadafora, Carlo Conti Ferrari e Bruno Pianta.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.