Vincenzo Angelo Orelli, pittore
Vincenzo Angelo Orelli, pittore
Vincenzo Angelo Orelli nacque a Locarno il 10 aprile 1751 e morì a Bergamo il 21 gennaio 1813.
Simona Martinoli è l’autrice della voce che il «Dizionario storico della Svizzera» dedica al pittore:
[…] Si formò come pittore con il padre a Bergamo e poi presso la Reale Scuola di Milano. […] Affrescò varie chiese nel territorio bergamasco, ma eseguì pure iconografie cavalleresche e galanti per l'aristocrazia locale. Realizzò inoltre ritratti e disegni destinati alla stampa calcografica. Uomo colto, di notevole spessore artistico e poetico, frequentò gli intellettuali cittadini. […]
Sempre Simona Martinoli dedica a Vincenzo Angelo Orelli la voce che si legge in «SIKART Dizionario sull’arte in Svizzera»:
[…] L’opera di Vincenzo, ultimo esponente della scuola orellesca, matura un linguaggio stratificato situabile nella delicata fase di transizione stilistica dal rococò al neoclassicismo. Dopo un incerto esordio contrassegnato dal recupero del pietismo secentesco, la produzione più leggiadra e gaia del periodo giovanile è influenzata dalla maniera barocchetta del padre. La stretta collaborazione tra i due artisti e l’uso degli stessi cartoni rendono a volte ardua la distinzione delle mani. […]
Franceso Branco è invece l’autore dell’ampia voce dedicata a Vincenzo Angelo Orelli che si legge nell’Enciclopedia Treccani:
[…] Dagli affreschi emerge ormai un pittore maturo, pienamente neoclassico nella rappresentazione delle architetture fortemente scorciate e nella scelta dei costumi dei personaggi ispirati al periodo della Roma antica, ma capace anche di citare con gusto episodi della migliore pittura tonale veneta (ibid., pp. 50, 53) e in grado, come nel Martirio di s. Gregorio, di rinunciare alla scenografia delle architetture in favore di una narrazione resa avvincente dalla sapiente composizione delle anatomie umane, dei colori dei panneggi, della luminosità e della definizione prospettica degli oggetti. Fra gli affreschi dei piedritti dell’altare di S. Giorgio si segnalano Le anime purganti, la cui parte superiore rivela uno sguardo ai colori e alle forme di Tiepolo (ibid., p. 58); sopra l’altare della Vergine del Rosario, Orelli illustra elegantemente la scena sacra con un preziosismo cromatico di turchini, celesti e rossi, di gusto rococò (ibid., p. 58). Fra le altre opere eseguite negli stessi anni, in questa sede, si segnala il grande ciclo degli affreschi della canonica, su due piani: al piano terra, fra una architettura in finto marmo e lesene dipinta a trompe-l’oeil, emergono i soggetti della Vita di s. Pietro; mentre al primo piano spiccano per qualità pittorica le grisaille. […] Numerose sono le opere firmate da Orelli o attribuitegli, con sicurezza o con buona probabilità, dagli studiosi, mentre allo stato attuale risulta esiguo il numero di disegni certamente di sua mano, fra i quali si segnalano quelli conservati nelle Civiche raccolte del Castello di Milano. Fu anche autore di racconti e talvolta ideatore di iconografie rare per l’epoca, come le Virtù in mongolfiera, affrescate, circa negli anni Novanta, sulla volta della sagrestia della parrocchiale di Zogno, frazione di Grumello de’ Zanchi. […]
Questo servizio di Gianna Paltenghi andò in onda il 5 febbraio 1974 nel programma televisivo «Pagine aperte». È una intervista a Renzo Mangili, autore nel 1973 di una monografia dedicata a Vincenzo Angelo Orelli pubblicata a Bergamo.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.