Giampietro Wirz: ingegnere forestale con la passione per la fotografia
Giampietro Wirz: ingegnere forestale con la passione per la fotografia
Giampietro Wirz (1944-2023)
Ingegnere forestale e docente, classe 1944, malgrado importanti problemi di salute, era una persona con grande ottimismo, determinato, puntiglioso e propositivo. Il suo maggior lavoro consiste nella documentazione fotografica raccolta in occasione dell’alluvione del 1966 a Firenze, quando alcuni studenti della sua classe di Ingegneria Forestale del Politecnico federale di Zurigo (dove Giampietro si laureò nel 1972) si proposero di portare il loro contributo alla regione devastata dall’acqua con un progetto volto a prevenire questo tipo di eventi.
Fra le diverse migliaia di fotografie scattate da Giampietro, oltre millecinquecento sono dedicate al servizio militare nelle truppe del Treno svolto dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Settanta. L’ingegnere-fotografo, era attrezzatissimo e utilizzava con destrezza hardware e software all’avanguardia, ma soprattutto aveva le competenze necessarie per sfruttare al meglio queste tecnologie.
Giampietro è stato membro fondatore (e, da ultimo, membro onorario) dell'Associazione Cultur-Altura, contribuendo alla crescita e al successo del sodalizio, sia con le sue competenze informatiche, come pure con conferenze sui molti temi che lo appassionavano. Fra le sue minuziose e dettagliate ricerche si possono citare la ricca e rara documentazione su campanari e campane del Ticino, la progettazione e la costruzione di meridiane, le ricerche sulle possibili conseguenze di un blackout energetico oppure sui rischi concernenti l’utilizzo dell’amianto (molto presente nella residenza per anziani di Biasca dove soggiornava), come pure il suo mito per l’autore di Lettera a una professoressa, don Lorenzo Milani.
Documentazione
La documentazione e le fotografie di Giampietro Wirz sono conservate presso la sede della Protezione civile 3 Valli, a disposizione di ricercatori e curiosi per ricerche e approfondimenti sugli argomenti citati.
Il Bosco degli Svizzeri
Casa d’Erci, antica casa colonica immersa nel verde delle colline mugellane, propone una collezione di fotografie tanto curiosa quanto interessante: 700 fotografie, con la poesia del bianco e nero, raccontano il Mugello e la sua gente alla fine degli anni ’60 in particolare all’indomani dell’alluvione di Firenze del 1966, oltre alla passione di un gruppo di giovani entusiasti, capaci di donare il proprio tempo ed il proprio impegno ad un territorio e ad una popolazione che incontravano per la prima volta.
Nella primavera del 1967 alcuni studenti della classe di Ingegneria Forestale del Politecnico federale di Zurigo decisero infatti di portare il loro contributo alla regione devastata dall’acqua con un progetto volto a prevenire questo tipo di eventi. Con il supporto dell’Università di Firenze e dell’Amministrazione Forestale italiana misero così a dimora 13’000 alberi a Grezzano, frazione di Borgo San Lorenzo, a circa 30 chilometri a nord di Firenze, dando vita a quello che oggi è conosciuto come «Il bosco degli svizzeri».
Durante il soggiorno in Toscana Giampietro (Hans Peter) Wirz, allora giovane studente con una grande passione per la fotografia, scattò diverse centinaia di fotografie che oggi, oltre a documentare il lavoro forestale, rappresentano un’importante testimonianza storica della vita locale di quel periodo.
Foto di gruppo davanti alla dependance della casa del Console svizzero a Firenze Edmond Deslex, dove alcuni studenti furono ospiti durante il soggiorno. Si riconoscono da sinistra a destra: Iolanda Vettori (moglie di Attilio Maiani e mamma di Luciana e Grazia), Max Frey, Christian Ley, Grazia Maiani (in primo piano), Luciana Maiani, Robert Jecklin, Paul Eggermann, Giampietro Wirz, Attilio Maiani. Attilio svolgeva l’attività di cameriere al servizio del Console accanto alla sua attività di contadino.
Le truppe del treno
Fra le diverse migliaia di fotografie scattate da Giampietro Wirz, oltre millecinquecento sono dedicate al servizio militare nelle truppe del treno svolto dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Settanta.
La collaborazione fra il Museo della Memoria dell’ATTE (Associazione Ticinese Terza Età) e la Protezione civile 3 Valli ha portato a un progetto per la salvaguardia e la valorizzazione di questo importante fondo fotografico. Durante i corsi di ripetizione del Servizio Protezione Beni Culturali le fotografie sono state digitalizzate e organizzate in una banca dati, i negativi riordinati e per quanto possibile le immagini sono state abbinate ai periodi di servizio militare svolto da Giampietro, cercando di ritrovare informazioni sui tempi, i luoghi e le persone.
Di seguito sono pubblicate alcune fra le fotografie più significative, riferite principalmente a paesaggi o situazioni particolari più o meno riconoscibili. Altre immagini presentano ritratti e spesso erano destinate ai commilitoni di Giampietro: purtroppo però nella maggioranza dei casi riconoscere le persone è impresa ardua e pressoché impossibile. I tentativi per reperire informazioni dettagliate su luoghi e partecipanti dei corsi di ripetizione non hanno prodotto nessun risultato e non sono stati trovati archivi militari con questo tipo di dati.
Le uniche informazioni attendibili sono quelle estratte dal libretto di servizio.
Giampietro Wirz - Servizio prestato
Ringraziamenti
Questo dossier è stato realizzato grazie alla competente conduzione di Giampietro Wirz, che ha messo a disposizione le sue fotografie e la sua alla documentazione.
Claudio Bozzini si è occupato del coordinamento durante i corsi di ripetizione della Protezione civile 3 Valli fra il 2018 e il 2024, come pure della stesura dei testi.
Hanno inoltre collaborato i militi della PCi 3 Valli:
Mattia Beffa
Filippo Berta
Tiziano Borghi
Adamo Gendotti
Ulisse Gendotti
Luca Guidicelli
Daniele Lanza
Paolo Sansari
Ivan Sasu
Stefano Sergi
Marco Valerio
Leggi l'articolo della rivista 3valli del 2023 dedicato a Giampiero Wirz cliccando qua.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0929
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.