Le informazioni di membri e visitatori sono analizzate in modo anonimo per fornire il miglior servizio possibile e rispondere a tutte le esigenze. Questo sito utilizza anche dei cookies, ad esempio per analizzare il traffico. Puoi specificare le condizioni di archiviazione e accesso ai cookies nel tuo browser. Per saperne di più.
È online la nuova piattaforma nazionale: historiaHelvetica.ch

Ambizioni e debolezze industriali ticinesi - Una sintesi

14 marzo 1979
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Dopo il 1960, gli studi storici e statistici, voluti anche in vista di una programmazione economica cantonale, hanno messo in luce debolezze strutturali e retaggi che condizionano lo sviluppo industriale del Ticino: la barriera doganale a sud, che isola il cantone dal mercato italiano, e quella alpina a nord che lo emargina dallo spazio economico svizzero, complice la politica tariffaria delle ferrovie federali; la dipendenza da investimenti esterni e la mancanza di spirito imprenditoriale; la tradizione migratoria che ha a lungo privato l'economia locale di manodopera qualificata. Diversi indicatori segnalavano l'arretratezza industriale del Ticino: un numero di aziende e di addetti inferiore alla media nazionale, il prevalere di rami industriali a basso contenuto tecnologico e che sfruttavano i vantaggi congiunturali o geografici, la dimensione ridotta delle fabbriche e la struttura poco capitalistica delle aziende, la proporzione elevata di manodopera poco qualificata.

In queste condizioni anche la scommessa industriale dei decenni di alta congiuntura dopo la seconda guerra mondiale ha dato risultati modesti. Si è rivelato molto difficile il tentativo d'industrializzare le valli ticinesi per evitarne lo spopolamento; anzi, persino alcune industrie sorte all'inizio del XX secolo, come la Cima-Norma di Dangio, sono state costrette a chiudere i battenti.

Così il settore secondario è rimasto piuttosto debole in Ticino, specialmente nel ramo propriamente industriale. Prevaleva, infatti, l'industria dell'abbigliamento, poco innovativa e che ricorreva a manodopera non qualificata, in gran parte femminile e frontaliera. Scarseggiavano invece quelle industrie in grado di svolgere un ruolo economico trainante, perché basate sulla ricerca, sulla progettualità e sull'investimento tecnologico e che occupavano personale altamente qualificato.

Indicizzazione delle sequenze:

0'01''-6'45 Breve storia di un'industrializzazione imperfetta

6'46''-12'20'' Dall'importazione di braccia all'esportazione della disoccupazione

12'21''-18'19'' Le debolezze strutturali dell'economia ticinese

18'19''-25'30'' Una diversificazione parziale e tardiva

Questo servizio di Fabrizio Fazioli andò in onda il 14 marzo 1979 nella trasmissione "Argomenti". Alla fine degli anni Settanta, il Ticino figurava tra i Cantoni più colpiti dalla disoccupazione: un fenomeno che taluni attribuivano semplicisticamente alla sola rivalutazione del franco svizzero. Il documentario proponeva un viaggio a ritroso nella storia del Cantone, allo scopo di mettere in evidenza alcuni fattori che hanno fortemente condizionato il suo sviluppo economico nel dopoguerra e alla luce dei quali talune fragilità che si manifestavano attualmente assumono una più chiara e intelligibile connotazione.

Devi essere registrato in per poter aggiungere un commento
Non ci sono ancora commenti!

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

La rete:
Sponsor:
10,828
3,009
© 2024 di FONSART. Tutti i diritti riservati. Sviluppato da High on Pixels.