«Radio gioventù»: il successo dei giovani
«Radio gioventù»: il successo dei giovani
Lo storico Marco Marcacci, nel capitolo intitolato «L’avvento della televisione e il rinnovamento della radio» nel volume collettaneo «Voce e specchio. Storia della radiotelevisione svizzera di lingua italiana», colloca «Radio gioventù» — trasmissione radiofonica ideata da Eros Bellinelli — nell’alveo della spiccata tendenza al rinnovamento che caratterizzava la RSI tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo. La citazione che segue è tratta dalla pagina 219:
[…] nella Svizzera italiana, già un decennio prima che nascessero le radio private sul territorio (ispirate alla radiofonia libera italiana e alle radio commerciali francesi), furono i professionisti della RSI stessa a promuovere l’innovazione dei palinsesti e del linguaggio radiofonico. Le persone che in questo processo esercitarono un ruolo da protagonisti provenivano dalla cerchia dei collaboratori di «Radio gioventù», spazio di programma che la RSI mise a disposizione dei giovani. Da «Radio gioventù», esperienza nata verso le fine degli anni Sessanta, cominciò a svilupparsi un nuovo spirito di fare radio, un linguaggio radiofonico ben diverso dall’autorevolezza dell’emittente pubblica, che anni più tardi culminò nella nuova terza rete, Rete Tre […]
«Radio gioventù» andò in onda dal 1966 al 1975 e centrò pienamente l’obiettivo di raggiungere un pubblico più giovane. Si distinsero tre responsabili-presentatori, che ebbero in seguito una rilevante carriera giornalistica nell’allora RTSI: Jacky Marti, Federico Jolli e Nicola Franzoni.
Il documento qui pubblicato riproduce l’edizione di «Radio gioventù» andata inonda il 12 marzo 1970 alle 17:00. Si trattava di un dibattito tra studenti sulla violenza e la non violenza, partendo da una riflessione sul concetto di rivoluzione di Giuliano Pontara. Pontara è filosofo della politica e uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello internazionale. Al tempo del dibattito aveva appena pubblicato, presso Bo Cavefors Forlag di Staffanstorp, il volume intitolato «Etik, Politik, Revolution».
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.