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Il carnevale di Biasca: realtà e tradizione

1984
Il Biaschese
Atte-Museo della Memoria

Il carnevale biaschese è stato oggetto di studio per la stesura di una tesi di laurea presentata all’Università degli studi di Bologna, facoltà di lettere e filosofia, nella disciplina delle arti, della musica e dello spettacolo, da Angelica Gianola.

Il carnevale di Biasca ha origini molto antiche che vengono conosciute attraverso scritti ufficiali, generalmente destinati a reprimere le manifestazioni festose del popolo. Un primo documento latino che ne fa riferimento è del 1465. In esso il commissario di Bellinzona scrive al duca di Milano per denunciare disordini e ferimenti avvenuti tra Biasca e i confini con la Leventina in occasione del carnevale.

Biasca era sotto la giurisdizione spirituale dei canonico del Duomo di Milano ed il rigido regime instaurato da Carlo Borromeo, promotore dei dettami del Concilio Tridentino, aveva interdetto alcuni dei divertimenti più cari alla popolazione come i balli, le danze e l’ascolto dei musicanti ambulanti.

Con ancor più severa attenzione venivano denunciati gli ecclesiastici che non rispettavano le norme stabilite dalle autorità religiose e accanto agli interventi della chiesa c’erano, puntuali, quelli dell’autorità politica-amministrativa.

La storia delle repressioni, attraverso i documenti, continua per tutto il settecento e l’ottocento.

Dopo questo quadro storico sulle repressioni dei momenti festosi di una comunità così povera di occasioni distensive, verso la fine del 1800, la costruzione della galleria del S. Gottardo, lo sviluppo delle cave di granito, l’arrivo di persone dalla Svizzera tedesca, dall’Italia e da altre regioni del Ticino, ha notevolmente influito sulla popolazione locale, frantumando gradatamente la compattezza del nucleo ristretto e chiuso del villaggio.

E il carnevale sopravvive, malgrado tutto, in forma autentica avvertito dalla comunità come una difesa della propria identità.

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Archivio Museo della Memoria: MDM00371

Foto:

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1926 Pino e Dora, prime esperienze carnevalesche

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Bacco 1925

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Carnevale inizio secolo.

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Carnevale inizio anni trenta, partecipanti al corteo. Foto Principe scattata all'altezza del passaggio a livello vicino alla stazione FFS. Sul carro da sinistra: Numa Rossi, dietro con gli occhiali Armeno Gianola, Elso Rodoni, con le fisarmoniche Dante Maestroni e Alfredo Rossetti, dietro?, davanti con costume bianco Leo Thtti, Wilfredo Sciaroni, ?, Marino Rodoni. Spettatore:Aldo Molinari.

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Carnevale inizio anni cinquanta. Sul cartello: «Felice vita coniugale. Dopo 25 anni di matrimonio siamo costretti abbandonare la nostra Pontirone per soppressione scuola. E siamo per così in cerca di un appartamento riscaldato. Oh... povri noi e sem scia al grop d'erimpichio'. Am de nii propri chielé a Biaschia per cataa bitacri». Cartello appeso alla lampada «Basciur Moderne». I personaggi della foto da sinistra Guido Fovini, con il cartello Mirto Fovini, dietro Flavio Pasteris, con il gerlo Giove Vanza, a destra Alberto Rossetti.

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Carnevale 1963. «I goss Stonéi» antagonisti dei «Ciod stonaa». Da sinistra Piercarlo Gemetti, Fabio Tognola, dietro Edo Strozzi, Jean Brucehz, Armando Giudici, Stello Pedretti, Gianfranco Riva.

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Carnevale 1953 - «Parrucchiere diplomato». Sul carro da sinistra. Marino Rodoni, Celeste Papa, Udo Rossi, Bruno Pellanda.

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I suonatori d i . . . rampogne — Da sinistra Francesco Colombo (Maison), Pino Sala, con i l cartello Plinio Sala e Dora Sala. Gli altri ? (è aperto il concorso di individuazione). A l centro, alla destra della zingara Guido Verdi. L a zingara è il Naldi Borioli, con l'orso alla catena A l i Sciaroni. L'orso è Emilio Panzeri. Foto Primo Fovini

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Componenti del carro „La class di asin,,-[Carnevala 1950 -: Terraneo Delio, Bernardini Guido, Albertoni Elio, Rossetti Gualtiero, Molinari Rudi, Papa Alcide, Terraneo Angelo (Pinin)

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La foto ritrae i membri del Comitato carnevale del 1930 con alcuni giovani che all'ultimo momento si sono aggiunti agli anziani. Sono riconoscibili da sinistra a destra:

I. fila: Ito Leber, Emilio Panzeri, il giovane Mario Dotti con il bonetto militare e a cavalluccio Valerio Tavani, Vincenzo Meroni, il giovane Elvezio Rivera, Giuseppe Delmuè con la figlia Carmen, Eraldo Anselmetti, Ezio Pedrazzini e Faustino Grandi. Il fila parte sul carretto della serramenti e mobili e parte sul ponte del camion. Alberti Giuseppe, Ferrari Cittadini, il giovane Pino Sala con il cappello, Pierino Campanini, Sonvico Anito detto Corinetta, Edoardo Carpi, Giove Vanza e Giuseppe Colombo (detto maison); fra Carpi Edoardo e Delmuè Giuseppe è riconoscibile Giacomo Ferrari.

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26 luglio 2021
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