Video 5/6 Alpe Bolla
Video 5/6 Alpe Bolla
Alpe la Bolla, luogo pieno di vita e di incontri domenicali degli abitanti dei paesi vicini; tutti salivano lassù.
Lo zio di Angelo, uomo creativo, decide di vendere gelati alla Bolla per la festa di San Rocco, compera quindi una specie di doppio barilotto dove all’esterno venivano messi neve e sale e all’interno il latte e gli aromi per addolcirlo e profumarlo, poi, girando una manovella il liquido si addensava con il freddo e nasceva il gelato. Per avere la neve in estate usufruivano della “Nevèra” dell’Alpe Valà, una costruzione interrata, dove in inverno venivano inseriti neve e ghiaccio pressati da conservare. Questo lavoro era un divertimento per i ragazzini che collaboravano a riempirla. Tutta la famiglia aiutava a produrre i gelati durante la notte per poterli avere pronti il mattino. A girare la manovella per la mantecatura, collaboravano pure parecchi giovanotti di Cadro che venivano retribuiti con un gelato. Per la festa dei Santi Pietro e Paolo lo zio saliva alla Bolla con un asinello carico di 150 – 200 gelati che venivano venduti nell’arco di un’ora.
Tempi addietro l’Alpe la Bolla si poteva raggiungere solo a piedi e Angelo, che per le sue attività comunali si era comprato tracs e escavatori, ha proposto con dei compagni di costruire una strada dal Valà verso l’Alpe della Bolla. Soldi non ce n’erano e non tutti erano d’accordo, ma Angelo e compagni, per passione, hanno cominciato a tracciarne un pezzo fino a “Pian Soldin”. Angelo lavorava dalle 4/5 del mattino alle 11 –poi andava a fare la spesa e cucinava per i clienti del grotto- ma è riuscito a portare la strada fino all’Alpe Bolla. Simpatico aneddoto: quattro signore domiciliate a Cadro hanno tentato di raccogliere le firme per impedire quel tracciato di strada ma quasi nessun l’ha firmata; allora sono salite ai lavori e si sono sdraiate davanti al tracs per impedire l’avanzata della strada… ma la strada è stata ultimata.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0832

Mitico, unico, gran lavoratore bravo Angelo!
Sono di Davesco e conosco i posti, non conoscevo la storia, grazie!