Una vita da uomo libero. Angelo Mascetti a volte si sofferma con il pensiero sui fatti della vita. Non accetta la chiesa ma, pensa che la religione ce la creiamo dentro di noi, ogni persona dipende da come si comporta, da cosa sa fare e dare durante la vita.

Racconta di uno zio prete, direttore dell’Istituto S.Pietro Canisio di Riva San Vitale, dove Angelo andava durante le vacanze estive a dare una mano a occuparsi dei giovani e vedeva le suore, come schiave a testa bassa, servire lauti pranzi ai preti e agli assistenti (tutti uomini) mentre fuori la gente comune campava a stento. Da quel momento ha rifiutato il clero. Non crede in un dio come viene proposto, ma ritiene che tutto dipende dalla persona stessa.

Angelo reputa di non aver mai fatto male a nessuno pur sentendosi un uomo libero in tutti i sensi; ha avuto la fortuna di avere il grotto Valà, ha sviluppato lavorando molto nella vita, ma ha anche potuto dedicarsi alla sua passione, la moto con la quale appena poteva andava insieme un caro amico scomparso a fare dei giri anche di due giorni. Altra passione è la caccia che ha praticato con i suoi cani quando poteva, ma, oggi, le sue gambe non glielo permettono più.

Si nasce e si cresce con tanti obblighi, ma poi bisogna crearsi una direzione propria di vita.

Lo ritroviamo che prepara per il nipote, Patrick, figlio di Sybille, polenta e latte con l’aggiunta di panna, alimento che lui da piccolo non poteva mangiare perché panna e burro dovevano essere venduti. Scherzosamente propone a Patrick di ritirare il grotto più avanti nel tempo, ma questi sembra poco convinto.

Ognuno deve conquistarsi la libertà, un fatto personale che non deve penalizzare gli altri.

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Archivio Museo della Memoria: MDM0832