Il paese di Brè
Tra Gandria e il paese di Brè c’è uno splendido sentiero, ben curato e generoso di gradini, che attraversa il bosco sul versante soleggiato. Di tante possibilità – salendo dal sentiero, in funicolare o su strada servita anche dai bus – il percorso suggerito è di giungere in vetta con la funicolare, percorrere il viottolo sulla cresta del Monte e, prima di girovagare nel labirintico paese, trarne una prospettiva mozzafiato, con le vette del Boglia e quelle più lontane oltre Porlezza che fungono da cornice.
Il clima mite che aleggia a Brè si fa notare soprattutto da chi arriva dal Monte omonimo più esposto e più fresco affacciato su Lugano. L’anfiteatro naturale formato da montagne arrotondate e boschi lo qualificano, malgrado i suoi 800 metri di altitudine, a clima mite e temperato, tipico mediterraneo, simile alla regione ligure. È comunque ambiente di montagna e passar per le stradine di Brè, scorgere una pergola in autunno tra le vie ombreggiate, coglierne dei chicchi d’uva e assaporarne la gradevole dolcezza è sorprendente a queste altitudini.
Il paese di Brè affonda le sue radici in ritrovamenti archeologici di oltre 2000 anni fa. Il nucleo è costituito essenzialmente di pietra tanto nelle case quanto negli spazi pubblici: acciottolati, lavatoio, fontane, gradoni, passaggi, piazzette, panche, strettoie, tutto sembra intatto da secoli. C’è un bel senso di continuità architettonica tra le case del nucleo e intorno si distribuiscono giardini e orti, case moderne e prati che si dilatano fino ai pendii e ai margini dei boschi.
Qualche vociare, gatti e silenzio ben s’intrecciano all’interesse che suscita non soltanto nei turisti. Un turismo spesso legato alle escursioni montane, ma anche appassionati di ruralità e arte, che a Brè trabocca generosamente con le 20 opere di altrettanti artisti contemporanei, disseminate come fossero arredo prezioso lungo tutte le sue vie. Su di esse si affaccia il Museo Schmid, dedicato all’omonimo artista che qui trascorse un’importante parte della sua vita, e la presenza del Lelèn, un artista locale che anche visse a cavallo del Novecento, di cui gli abitanti ancora ne acclamano il talento. Il paese stesso è iscritto nell’inventario federale dei paesaggi e insediamenti d’importanza nazionale, per il quale la conservazione e la cura sono regola essenziale e nel contempo inorgoglisce.
Nei secoli prima del Novecento la vita quotidiana era spesso provata dalle poche risorse idriche in relazione alla numerosità della comunità che vi abitava, e ciò fu quasi sicuramente uno dei validi motivi che portò, a tappe e sull’arco di secoli, all’insediamento sul pendio di Gandria antica e poi all’attuale Gandria ai bordi del lago. Anche la salita e la discesa al e dal paese mettevano alla prova molti abitanti e viandanti.
Con la realizzazione delle vie di trasporto e delle reti idriche tutto si è reso molto più gradevole e servito, il turismo fiorisce soprattutto d’estate e le escursioni sulle vette sono sempre apprezzate. Dagli anni Settanta, premonitore di grandi aggregazioni in tutta la regione, Brè divenne estensione di Lugano con giovamenti per entrambe le parti: Lugano con il suo fiore all’occhiello in altura, Brè con tutte le agevolazioni di appartenere a una grande rete con vantaggiosi servizi.
Si vuol rimanere ancora un momento, e quando si rientra al piano cittadino, si porta con sé un senso di freschezza, di silenzio e di quiete montana.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.