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Una funicolare per il Monte Brè

2018
Lugano-Brè-Gandria
Athena Demenga

Nei pressi della zona Lanchetta di Cassarate, ai piedi del Monte Brè, costeggiando la via Pico si trova la partenza della Funicolare Monte Brè. Forse pochi sanno che la prima tratta è gratuita. Due vagoni rossi dai bordi tondi sono fissati a una fune e si alternano, trainati, nella salita e nella discesa fino alla stazione principale per proseguire verso la vetta. Tutto automatizzato, bisogna essere fiduciosi e intrufolarsi senza remore su questi vagoni che hanno una frequenza di risalita ogni 10 minuti. Dalle panchine di legno si colgono già i primi effetti di una trasferta davvero inusuale. A Suvigliana, traversata la strada si erge una specie di ‘chalet svizzero’, la stazione di partenza e anche la sede per acquistare il proprio biglietto. La frequenza da qui è ogni mezzora. Il vagone rosso si fa più preciso e compatto, il conducente è presente al proprio posto, i viaggiatori hanno invece la possibilità di apprezzare un panorama inedito.

Siamo abituati a treni, automobili e bus, mentre la funicolare risuona con il cuore dei battelli sul lago, ma la frequenza cardiaca è di tutt’altro ritmo. Qui non si scivola orizzontalmente su un tendenzialmente quieto specchio d’acqua, rilassati e abbracciati dal vento e dal sole, bensì si percorrono 629 metri di dislivello in un quarto d’ora, con una città che si estende sul territorio e le montagne alpine che rivelano una regione ampia e spettacolare. Realizzata tra il 1908 e il 1912, diviene emblematica durante lo sviluppo nel mondo dei trasporti e del turismo e, in onore del Monte Brè insieme al San Salvatore, incornicia una città unica con il suo lago.

Un po’ per l’iniziale vera e propria utilità tanto a scopo locale quanto parte di un più grande respiro turistico e un po’ perché sempre voluta anche negli anni più ardui tra le grandi Guerre, le leggi imposte e le aumentate necessità di manutenzione, la Funicolare continua a esistere come valido modo per giungere alla vetta del Monte Brè e il suo paese. Bisogna immaginarsi come nei primi anni fosse affollata durante gli orari di punta, malgrado la strada venne realizzata grossomodo negli stessi anni, con donne di monte che andavano al mercato di Lugano a vendere ogni bene dato dalle coltivazioni, e con uomini incravattati che si recavano nei loro uffici. Oggi posteggi a Brè non mancano, eppure questa tratta permette di vivere in modo eccezionale questa regione, e magari anche assaporare delle pietanze ai due punti di ristoro in vetta: uno dal gusto più montano, semplice e un po’ spartano, l’altro più elegante e ricercato dal gusto cittadino, eppure da entrambe le terrazze si apre alla vista un panorama incantevole. Tutt’intorno prati, parcogiochi e percorsi nel bosco, eppure a inizio Novecento la vetta era tutta terrazzata per la coltivazione e di alberi quasi non ce n’era. Il sottobosco perfettamente curato induce a sostare in questo luogo che, data la sua esposizione, offre una certa freschezza che non permane al paese. Malgrado oggi il Belvedere di Intelvi non sia più raggiungibile con la funicolare, il trittico di funicolari che si crea con esso e il monte San Salvatore rimanda a uno spirito d’epoca orientato a una comoda ascesa per avere bei momenti piacevoli, in luoghi freschi e visivamente entusiasmanti.

Percorrendo la cresta lungo tutto il viottolo con i suoi gradini radi si giunge a una chiesetta dedicata a Maria Assunta, posta sulla sommità, con accanto un edificio a torre. Oltre a questi ecco la discesa sul lato opposto alla funicolare e ci si immerge in un bosco variegato corredato di un paio di spazi pubblici con tavoli, panche e griglia, e una vista altrettanto spettacolare sul temperato paese di Brè, con alle sue spalle il Monte Boglia e uno scorcio lontano fino a Porlezza.

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Athena Demenga
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19 aprile 2021
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