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La flora del Canton Ticino: le zone umide (prima parte)

30 aprile 1979
RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana

Le bolle di Magadino, zona degna di protezione per la sua ricchezza di flora e fauna, è l’ultimo lembo di terra della valle del fiume Ticino rimasto ancora naturale e perfettamente incorporato nel paesaggio circostante. Questo servizio curato da Ivan Paganetti con la consulenza scientifica di Carlo Franscella andò in onda il 30 marzo 1978, nel programma televisivo «Telescuola». Si trattava della quinta puntata della serie di dieci dedicata alla flora del Canton Ticino: «Accenni sulla flora del Canton Ticino: le zone umide». La sesta puntata del ciclo costituirà la seconda delle due puntate dedicate alle zone umide.

Alle pagine 37 e 39 del settimanale «Teleradio7» in edicola per la settimana dal 28 aprile al 4 maggio 1979 si leggeva la presentazione del servizio:

Telescuola: Accenni sulla flora del Canton Ticino
Sotto questo titolo è compresa una serie di telelezioni indirizzata soprattutto ai ragazzi dagli undici ai quindici anni, con le quali si intende introdurre i giovani al complesso problema botanico, con riferimento alla realtà del nostro Cantone. È il seguito di quattro emissioni passate nel 1978 e intitolate:- Osserviamo la pianta con fiori

  • L’Insubria

  • Il bosco pedemontano

  • Dal piano montano a quello alpino

«Zone umide. Prima parte»
L’attenzione viene portata sulle zone dove il lago perde di profondità per cedere il posto alla terra. È un biotipo ricco di specie vegetali che offrono rifugio a molti animali, uccelli in particolare.
La canna palustre forma un ambiente tipico che precede i prati umidi, con diverse specie di carici, e oltre il bosco di golena, con i salici e l’ontano bianco.
Un accenno vien fatto a livello di fitoplancton così da poter cogliere alcune immagini delle meravigliose forme microscopiche vegetali che permettono la vita dello zooplancton. Vengono poi prese in considerazione alcune piante erbacee che aderiscono al fondo, costituenti la vegetazione sommersa, poi alcune della vegetazione fluitante e altre della zona come la tifa, il giunco, il giglio giallo, la lisimachia, la salcerella, l’aglio angoloso, la verga d’oro, la saponaria, il mentastro d’acqua.
I biotipi naturali vanno facendosi sempre più rari per l’intervento dell’uomo, il quale contribuisce a modificarli se non addirittura a distruggerli. Le Bolle di Magadino ne sono un esempio, tant’è vero che oggi non si può riprendere in senso assoluto l’affermazione con la quale il botanico Klötzli le definiva «l’ultimo lembo di terra rimasto ancora naturale in tutta la valle del Ticino, perfettamente incorporato nel vasto paesaggio circostante».

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10 giugno 2022
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