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Luzzone. C’è un monte in fondo al lago…

2012
Mario Giamboni
Voce di Blenio

Articolo apparso nel numero di febbraio 2012 della Voce di Blenio

di Mario Giamboni

Come già è stato scritto, il lago artificiale di Luzzone l’hanno quasi interamente prosciugato lo scorso autunno, in occasione delle manutenzioni straordinarie da parte delle Ofible delle condotte di adduzione alla centrale idroelettrica di Olivone (vedi V.d B. dicembre 2011).

A contemplare il territorio riemerso, molte persone si sono portate a Garzotto, il prealpe rimasto fuori per poche decine di metri dall’invaso, da dove si vede tutta l’area dell’ormai melmoso fondale.

Parecchi sono stati affascinati da quei ruderi in sponda destra che per quarant’anni erano rimasti sotto l’acqua del lago: era il monte Cavallo, territorio del patriziato di Ghirone, con le stalle che appartenevano ai singoli agricoltori, i quali vi restavano in giugno e in settembre con le loro mucche, le capre e qualche maiale, cioè prima e dopo il trasferimento delle mandrie verso i pascoli più alti nella stagione estiva.

Quasi ogni cascina era affiancata da un altro fabbricato più piccolo, il porcile. E lungo le zone marginali del monte c’erano i “ronchi” falciabili che avevano in effetti una doppia utilità: la raccolta del poco fieno magro, che serviva in settembre in caso di repentini mutamenti climatici, che lassù potevano essere accompagnati da un po’ di neve, ed un’efficace recinzione che impediva al bestiame di avvicinarsi ai posti più pericolosi.

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La diga Luzzone è un’opera vitale degli impianti delle Ofible SA. Essa crea il bacino di accumulazione di Luzzone che permette una gestione annuale ottimalizzata delle acque della Valle di Blenio. La costruzione iniziale dei primi anni ‘60, con un’altezza dello sbarramento di 208 m, permetteva di immagazzinare 87 mio m3 di acqua proveniente dallo scioglimento delle nevi e dalle precipitazioni estive ed autunnali del bacino imbrifero che va dal Passo del Lucomagno ai piedi dell’Adula.

Con i lavori di innalzamento degli anni ’90 la capacità del bacino è aumentata di 20 mio m3 grazie ai 17 m di muro aggiuntivo. Attualmente dunque, dei 130 mio m3 di acqua che affluiscono mediamente al lago in estate, 107 mio possono essere trattenuti per poi essere sfruttati in inverno quando la domanda di elettricità è maggiore. Il bacino pieno ha così una riserva energetica di ca. 240 GWh.

La diga ad arco, con corona diga a 1609 msm, è la terza più alta della Svizzera, dunque anche una delle più alte al mondo ed il suo comportamento segue un andamento regolare, anche con i 17 m aggiuntivi. Il progetto originale e quello dell’innalzamento sono stati elaborati dall’ufficio Stucky SA, Renens.

Essa è attualmente dotata di 12 pendoli diretti e 6 pendoli rovescio, di sonde per la temperatura del calcestruzzo e di numerosi altri strumenti volti a monitorare correttamente il suo comportamento. Lungo il suo paramento a valle è stata installata la via artificiale di arrampicata più lunga del mondo (164 m).

(www.swissdams.ch / comitato svizzero delle dighe)

Autore articolo: Mario Giamboni

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24 maggio 2021
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