1 /12 Le scarpe nuove
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Nel 1948, Gianni Rezzonico andò a Lugano nel negozio di calzature Hug, che utilizzava un particolare apparecchio con i raggi X chiamato "pedoscopio", il quale affascinava particolarmente i bambini che potevano vedere le ossa del loro piede.
Accompagnato dalla mamma, dovevano comperare un paio di scarpe nuove per la prima Comunione e la Cresima. La mamma controllò la misura del piede nello strano apparecchio, inconsapevole della pericolosità dei raggi X che fu a lungo ignorata, e decise che le scarpe andavano bene più grandi, troppo grandi…
Gianni ricorda anche la colazione che seguì alla celebrazione in Chiesa, dove vide per la prima volta i riccioli di burro!
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Archivio Museo della Memoria: MDM0136
Oggi, mi sono letto e rivisto con piacere gli ultimi e bellissimi incontri con il "buon Gianni", e mi sono reso conto di quanto "eravamo poveri" (solo materialmente) da non poterci permettere, come ben Lui racconta, di avere un paio di scarpe decenti, se uno solo da usare, alla festa o in casi eccezionali, Infatti, mi ricordo benissimo, che i primi anni potevo avere degli "zocuron" e per far si che non facevano rumore, i nostri nonni "inchiodavano (a volte dal calzolaio del paese), applicando delle "strane gomme bianche, frastagliate" nel perimetro degli stessi. Devo premettere che non ho avuto il privilegio di vedere come lui, o di provare un apparecchio detto “piedisopio”. Senza poi dimenticare che, proprio nel periodo invernale potevo andare fiero di indossare un mantello "paltò" ricavato con perizia da Mamma Pia, provetta sarta presso il PKZ, ereditato da mio zio Emilio Olgiati, ma, il più delle volte mi si veniva imposto quello “reciclato”, adattando quello già indossato da mio fratello Claudio, maggiore di tre anni . Rivedere una foto del maestro Flavio Gianella con il vestito buono e i classici pantaloni "alla zuava" che noi li chiamavamo, “ knickerbockers” senza conoscerne la pronuncia o il significato, ( nota: Flavio, in seguito divenne insegnante alle scuola di Cassarate e fu maestro di mio fratellino Daniele). Sul fondo del locale che vediamo, dietro a Gianni, ( memoria storica del comune di Castagnola) é appeso un quadro (artista ?) che mi sembra molto famigliare, infatti riproduce Via la Fontana, ripreso dalla porta di casa mia, al nr. 1. e dall'oratorio di san Rocco, con la casa della famiglia Motta sul fondo, (demolita da tempo per far posto alle auto) e sulla destra la scala che porta al Vicolo Ombroso, con la fontanella semicircolare, gioia e divertimento nei periodi caldi, di noi ragazzi, sulla sinistra la vecchia osteria della Posta (da la Teresina) e in faccia la casa tinta di rosso, dove al piano sottostante su via delle Primule, c’era il negozio di commestibili della Martina Gianinazzi-Sopranzi e ai piani superiori, l'abitazione della famiglia Devecchi Adolfo.