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Oratorio San Rocco

2018
Lugano-Gandria
Athena Demenga

All’Oratorio San Rocco si giunge dalla strada pedonale che dal paese va verso Levante, passando dall’albergo Moosmann, dagli orti lungo il lago e dalle barche ormeggiate. A ridosso dell’Oratorio San Rocco è situato il Camposanto. È datato 1645 ed è stato edificato per affermare i prodigiosi miracoli di protezione del Santo dalla peste che si era temibilmente avvicinata a Gandria. Si tratta letteralmente di un angolo particolarmente idoneo alla contemplazione. È bene ricordare che Rocco di Montpellier, vissuto nel Trecento, era un uomo colto che lasciò la sua terra natìa per pellegrinare fino a Roma, dove, durante il viaggio, con la sua miracolosa presenza soccorreva e guariva dalla peste che attanagliava l’intera Europa, anche con invocazioni e con il suo stesso carisma. Malgrado fosse laico e operasse con proprie attitudini in modo individuale e discreto, fu santificato e ne scaturì il culto di San Rocco per la guarigione degli appestati, del bestiame, e come protezione dalle malattie e anche dalle catastrofi.

Questo edificio dalla facciata classica, costruito dai gandriesi stessi, racchiude una sobria semplicità ed elementi preziosi: un pavimento bianconero a esagoni, un altare dipinto a marmo chiaro, dei cherubini scultorei sulla sommità dell’arco che incornicia l’altare, la riproduzione di un dipinto dedicato a San Rocco, una via crucis in terracotta inserita a parete e una nicchia con una statua di San Rocco, sempre in terracotta.

La riproduzione in bianconero su tela, con San Rocco insieme a San Sebastiano e la Madonna della Salute, tutti e tre protettori dai mali, testimonia una vicenda travagliata dell’Oratorio. Originariamente la Santità fu affrescata sopra l‘altare dai Torricelli quando avvenne il restauro nel 1745, ma fu soggetta a una rovinosa umidità da ché il cimitero venne portato adiacente all’Oratorio, nel 1858, per ragioni di spazio e di igiene, in quanto era fino ad allora collocato sul sagrato della chiesa San Vigilio. Invani i restauri successivi, l’affresco fu sostituito a inizio Novecento da una tela dipinta simile al disegno originale eseguita dal Bordoni, ma venne poi sottratta da sconosciuti e sostituita da una copia.

L’esistenza dell’Oratorio è parte di un più grande circolo connesso alle confraternite, che fungevano da insegnamento del catechismo ed educazione in senso ampio, sodalizi per il culto eucaristico e mariano, presenza assistenziale, pellegrinaggi e compartecipazioni a processioni oltre la dimensione del paese, condivisioni culturali, gestione di immobili e crediti. Lasciti e donazioni confluivano anche nella realizzazione di edifici come questo.

Un momento nel Camposanto, al cui centro è collocato un arco a nicchia raffigurante il Cristo Risorto, disvela un raccoglimento inedito e intimo con le generazioni dei gandriesi, dove si scoprono come i nomi delle famiglie Giambonini e Bordoni siano, qui, i più diffusi insieme a episodici De Marchi e Visetti.

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Athena Demenga
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19 aprile 2021
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