La ciclostile negli anni 60 - 70
Il ciclostile, o duplicatore "stencil", era un sistema di stampa meccanico. Si basava sullo "stencil", il trasferimento dell’immagine attraverso una maschera sagomata. La maschera era costituita da un foglio estremamente sottile rivestito da uno strato di cera; esso era attaccato sul lato superiore ad una striscia di cartoncino provvisto di fori. Il foglio incerato era protetto da un ulteriore foglio di carta carbone e da un foglio più consistente; essi dovevano essere rimossi prima di iniziare il processo di stampa. L’impressione del profilo dei caratteri, ottenuta attraverso la macchina per scrivere meccanica (usata senza nastro), distruggeva lo strato di cera sottostante, rendendo permeabile la carta in quel punto. Il foglio risultante, chiamato matrice, veniva agganciato (tramite i fori di cui sopra) al tamburo della macchina di stampa, spalmato dell’apposito inchiostro denso e oleoso. Il meccanismo di rotazione del tamburo sincronizzava il trascinamento dei fogli vuoti, sui quali si aveva il trasferimento dell’inchiostro nelle sole parti prive di cera. La carta da stampa per ciclostile era del tipo poroso, adatto ad assorbire rapidamente l’inchiostro. La qualità della stampa era quello che era e il risultato dipendeva anche dall’abilità nella battitura dei caratteri con la macchina per scrivere: un’azione del martelletto particolarmente forte distruggeva anche la cera nelle vicinanze, o addirittura bucava la matrice producendo un carattere sporco. Insomma: il dattilografo doveva farsi la mano (o, meglio, le dita). Sulla matrice si potevano incidere anche i disegni con un apposito stilo, dopo aver appoggiato la matrice su una tavoletta rivestita di seta.
(Testo di Alfredo Tamisari 28.07.2014)
A Viganello nel 1965 (ero in prima elementare), il Maestro De Micheli, per il corso “voglio essere educato”, con una ciclostile, stampava su ogni quaderno un disegno istruttivo.
Ciclostile ad alcool
Noi bambini dovevamo poi colorare il disegno e scrivere la frase che il disegno rappresentava.
Dal mio quaderno di allora ecco il “corso” completo di “Voglio essere educato”
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Archivio Museo della Memoria: MDM0628
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.