La «Via delle genti», di Plinio Grossi
La «Via delle genti», di Plinio Grossi
Il 5 settembre 1980 fu una data di importanza non solo nazionale ma anche europea: dopo undici anni di lavoro, fu aperta la galleria autostradale del San Gottardo. In diretta televisiva, la cerimonia cominciò alle 11:45, e tutto il palinsesto della TSI così come quello della RSI furono consacrati all’evento storico.
Alle undici del mattino andò in onda questo documentario, parzialmente sceneggiato, di Plinio Grossi, che rievoca la storia del valico ricorrendo a documenti d’archivio in parte inediti.
A pagina 6 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dal 30 agosto al 5 settembre 1980, si presentava l’opera di Grossi con queste parole:
Il documentario di Plinio Grossi, che sarà trasmesso nel corso dell’emissione in diretta dedicata all’inaugurazione della galleria, intende rievocare la storia di questo valico ricorrendo a documenti d’archivio (stampe e fotografie, anche inedite) e a scene che ne sottolineano il contenuto e il significato; grazie a queste scene, il documento prende vita e estende il suo discorso figurato. Per esempio, il famoso quadro di Rudolf Koller che mostra la diligenza postale del San Gottardo viene sostituito, a un dato momento, sullo schermo, dalla vera e propria diligenza che faceva servizio sulla «via delle genti»; l’olio di Jacot-Guillarmod, che raffigura alcune slitte che attraversano il valico, si trasforma in un gruppo di vecchie e autentiche slitte che la bufera di neve insegue sul passo; la tela di Beat Wieland, che inquadra l’arrivo del generale russo Suworow sul San Gottardo, si muta in un bivacco notturno appositamente ricreato sul posto. Il documentario, dedicato al San Gottardo, si riferirà quindi al passaggio dei primi viandanti (filmati nelle paurose gole della Schöllenen) e a quello delle prime automobili (macchine d’epoca sull’ardita serpentina della Tremola). al passaggio delle carovane (riprese sul bellissimo ponte chiamato Haderlisbrücke, tra Hospental e Andermatt) e a quello delle truppe urane che si scontreranno poi sopra Airolo con i soldati ticinesi durante la guerra del Sonderbund (i consigli tattici sono stati forniti, durante le riprese, dal brigadiere Pfefferlé stesso). Si vuole, insomma, con questo documentario, presentare una storia documentata e nello stesso tempo vivace del San Gottardo così da attirare l’attenzione del telespettatore su temi che potrebbero anche risultare aridi e che invece, grazie all’animazione offerta dai figuranti, hanno un ritmo persuasivo e scorrevole.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.