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Video 1/6 – Presentiamo il paese e le persone da intervistare

2015
Mara Garganigo con i suoi allievi
Atte-Museo della Memoria

Come si viveva a Cadro?
Il documento si apre con i ritratti dei 17 bambini della 3a classe elementare: Alessandro, Alessia, Calvin, Camilla, Clory, Eleonora, Emma, Giorgia, Giulia, Martina, Nicla, Nicola, Paolo, Rafael, Sara, Sofia, Viviana.

Seguono diverse immagini del paese con scorci di angoli con vecchie case poi ristrutturate, foto d’epoca e disegni dell’artista locale Marino Gabusi.

Partono quindi le interviste ad alcuni singoli cittadini sulla vita di Cadro di una volta.

Onorina Merenda racconta del cambiamento radicale avvenuto attorno a casa sua.

Antonio Rossini parla di quando il paese era un nucleo ristretto con intorno tanti terreni coltivati. La crescita è avvenuta dopo il 1970. Spiega cosa significhi fare politica, cos’è il raggruppamento dei terreni e racconta della mancanza di infrastrutture.

Giorgio Zocchi parla dell’autosufficienza di latte, grazie ai contadini che lo portavano alla latteria comunale da vendere alla popolazione e della mancanza di acqua calda nelle case.

Graziella Camponovo legge un testo in dialetto che ricorda i vecchi del paese. Racconta inoltre delle case riscaldate solo con la legna nel camino o in una stufa e la sua mamma che scaldava il letto ai figli mettendo una bottiglia di metallo piena di acqua calda, prima che andassero a dormire. L’elettricità alimentava soltanto una lampadina in mezzo ai locali e chi non aveva la corrente elettrica faceva un po' di luce con le candele. Le strade erano buie perché non esisteva illuminazione.

Alfredina Andeutti testimonia come le case del nucleo erano costruite con i sassi, una unita all’altra, avevano finestre piccole e le porte d’entrata non erano mai chiuse a chiave.

Giglia Zanetti spiega come scaldavano il letto nelle stanze fredde e mostra uno scaldino di rame.

Gianluigi Righini racconta di quando da bambino giocava con gli amici con le biglie che dovevano andare a “tana”, un piccolo solco sulla strada sterrata che poi rischiava di far inciampare le persone. Testimonia il racconto di una zia sull’avvento dell’elettrificazione, solo per alcune case ed esclusivamente per la luce, nel 1909-1910.

Nadia Molina parla della piazza degli Emigranti, enunciando il prof. Borelli, autore del libro su Cadro, denominata così in ricordo delle persone che, prima di partire per andare a lavorare nella Svizzera interna, si ritrovavano tutte lì.

Flavia Milani ricorda il gelataio che arrivava con il suo carretto sulla piazza del paese, avvisando del suo arrivo con il suono di una trombetta. Il gelato più piccolo costava 10 centesimi e il più grande 20. La gente, a quei tempi, era molto parsimoniosa e la sua mamma le comprava un gelato da 10 cts ogni due domeniche. Quei pochi centesimi, a quei tempi, erano tanti soldi!

Due maestre pensionate si presentano: Donatella Sulmoni-Visani, Silvia Frigerio-Merenda e Mara Garganigo-Zocchi, la docente della classe che ha realizzato “Cadro raccontata”.

Seguono alcuni sindaci che informano sull’anno della loro elezione:
Franco Bulani, eletto sindaco nel 1964, Irma Zocchi aiuto segretaria comunale durante la sindacatura del fu sindaco Virgilio Giovannoni, eletto nel 1972, Antonio Rossini, eletto sindaco nel 1976, Fabrizio Beretti, eletto sindaco nel 2001 e Marco Borradori, sindaco dopo l’aggregazione con Lugano nel 2013.

Infine, tre generazioni si confrontano sul numero degli abitanti, sul riscaldamento nelle case e i servizi igienici.

Torna al dossier Cadro raccontata cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0094

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14 maggio 2021
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