Agli albori dell’informatica in Ticino: «Dall’abbaco al computer» 2
Agli albori dell’informatica in Ticino: «Dall’abbaco al computer» 2
All’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, il minicomputer — d’ingombro tale, da poter essere posato su un tavolo— stava affiancando i ben più ingombranti mainframe computer. Pochi sapevano che nei laboratori di ricerca della Xerox a Palo Alto, nel 1970, già si stava realizzando un computer di dimensioni ridotte, dotato di un display bitmap a finestre con capacità di sovrapposizione, connesso a una stampante laser e ad una rete Ethernet, dotato inoltre del primo linguaggio orientato ad oggetti: antesignano di tutti i personal computer oggi in uso e ispiratore del Macintosh. Pochi lo sapevano, e nella Svizzera italiana “computer” significava “schede perforate”.
La TSI usò il programma televisivo «Telescuola» per divulgare le conoscenze di base dell’informatica all’inizio degli anni Settanta, producendo due serie di quattro episodi: «Alla scoperta del computer», «Il computer, una realtà»; e una serie di tre episodi: «Dall’abbaco al computer».
È senz’altro curioso che, dopo queste tre serie per così dire “pionieristiche”, la TSI non si occupò più di questi argomenti in maniera divulgativa; se non a Rete Due, nel decennio successivo e in quello dopo ancora, prima con il programma radiofonico «Radio computer» di Vicenzo Masotti, quindi con «Nuovo Mondo» di Lorenzo De Carli, che curò, a partire dal 1996, il primo programma della RTSI dedicato a Internet.
Il documento d’archivio qui pubblicato è la seconda delle tre puntate del ciclo: «Dall’abbaco al computer», curato da Giovanni Zamboni per la regia di Francesco Canova.
Andata in onda il 22 aprile 1971, in questa seconda puntata – girata a Pregassona e a Bellinzona – si vedono allievi personificare le diverse parti di un calcolatore e risolvere il quesito proposto, seguendo un rigido programma di istruzioni. Quindi, la lezione televisiva offre una rassegna delle diverse parti che compongo il calcolatore e descrive come sono realizzate in pratica.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.