L'alluvione del '78 colpì anche la valle del Vedeggio, 8 agosto, una data ricorrente.
L'alluvione del '78 colpì anche la valle del Vedeggio, 8 agosto, una data ricorrente.
Nell’agosto del 1978, un alluvione colpiva la Svizzera Italiana, in particolare la zona di Locarno e valli, senza risparmiare il resto del Cantone, il Grigioni Italiano e la vicina Italia, infatti, poco risalto hanno dato i media su quanto successe nel sotto-ceneri e nella valle del Vedeggio, concentrandosi, a giusta ragione, sulla tragedia che provocò lassù morti, feriti e danni milionari, tant'è vero, che anche nella recente pubblicazione "Homines Loci Torrexelle et Tabernaurum" del 2012, si fa accenno principalmente alla terribile alluvione (sempre) dell' 8 agosto 1951 (pag. 974-78, dove lo straripamento dei torrenti Rozzöö e Val Maggiore e la Val Cagiana, furono causa di seri danni al paese con "ore e giorni di angoscia" per la popolazione tutta, fino alla piana di Taverne , terminando la poi corsa nel fiume Vedeggio e senza però segnalare le piene successive.
A inizio inizio agosto ‘78, la nostra bella casa, di recente costruzione,(1974) edificata in vicinanza del corso d’acqua (Val Maggiore) in zona "Vignascia", invitava a trascorrere momenti felici e rilassanti nel nostro bel giardino, che, con molti sacrifici e con molta fatica, avevamo di persona sistemato.
Come si può ben vedere dalle due foto a colori, all’inizio di agosto c'era un bel prato verde, siepi e piante che davano un senso di tranquillità e dove i bimbi potevano godere e giocare di un simile “paradiso” fino a bagnarsi nel vicino riale. Le ferie dell’edilizia mi permettevano finalmente di godere con i miei famigliari, le meritate vacanze estive e, come di regola preparare le feste per il mio compleanno che cade proprio l’8. Per quella settimana, la meteo non prometteva niente di buono ed infatti, il giorno prima , il 7, venne il “finimondo”, un nubifragio che in sole 24 ore seminò il panico tra gli abitanti della valle e principalmente quelli che confinavano con la Valle Maggiore, valle che si ingrosso al punto tale da formare una piena, distruggendo tutto quanto sul suo passaggio in particolare nella parte bassa del nucleo di Torricella, dove era ubicata la mia casa. Le foto in bianco e nero sono indicative della distruzione, una vera desolazione mista di rassegnazione e molta, molta rabbia quando vedo ancora oggi sul posto i segni del suo passaggio, alcuni massi sono lì ancora lungo la valle a testimoniare la forza della natura incontrollabile e che ci ha dimostrato come siamo noi impotenti. Acqua e melma erano dappertutto fino all’interno dell’ abitazione, fortunatamente solo un grande spavento e solo danni materiali e il ricordo della solidarietà dei vicini che ci hanno dato una mano a liberare la parte vicino all’edificio mentre i mezzi meccanici sono stati impegnati per vari giorni a sgomberare il grosso del materiale, dal fango e dai detriti che emanavano un ”tanfo” indescrivibile così da formare una collina provvisoria a mo’ di argine. All’interno della casa, con il forte rumore dell’acqua e il tremore dei sassi, che rotolavano e facevano vibrare anche il pavimento, era impossibile rimanerci, motivo per cui da "buoni sfollati" ci siamo dovuti forzatamente e provvisoriamente trasferire nella casa materna di Ruvigliana. L’anno successivo, sempre all’inizio d’agosto, la scena si stava ripetendo e l’acqua si era già alzata minacciosa, color caffelatte, raggiungendo il limite massimo dell’argine provvisorio e pronta a tracimare. Fortunatamente negli anni successivi e grazie ai responsabili del Consorzio e le Autorità, che, preso atto della pericolosità della zona, hanno messo in atto ed in modo celere, ai progetti e ai lavori atti a risolvere la pericolosa situazione per contenere la furia della valle e da allora, la pace è ritornata a soddisfazione dei confinanti. Da rilevare che l'abete, nella foto a destra e che era l'alberello di Natale dei figli, é ancora li a dimostrazione della sua robustezza dall' alto dei suoi 25 metri e oltre.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.