Augusto Rossi sprezzante del pericolo
Augusto Rossi sprezzante del pericolo
Recandosi, all'inizio del 1957, in Via Lavizzari a Lugano assieme con Eros Bellinelli, Vinicio Beretta intervistò il pilota motociclistico Augusto Rossi detto «Pepèna» - espressione dialettale per denominare gli organi verticali, che la famiglia Rossi costruiva e riparava. L'intervista andò in onda in tre puntata nella trasmissione intitolata «Ticinesi raccontano». La prima fu trasmessa il 19 gennaio 1957, la seconda il 16 febbraio 1957 e la terza il 23 febbraio 1957. Se possiamo disporre di questo straordinario documento, che ci fa entrare in una dimensione agonistica che risale ormai a cent'anni fa, è grazie alla sensibilità e all'intelligenza di Beretta.
In questa prima parte andata in onda il 19 gennaio 1957, Augusto Rossi - che ostenta un po' di sprezzatura per il pericolo - parla dei suoi esordi. Con la prima gara, nel 1910, venne subito la prima vittoria, egli ricorda. Ma la sua memoria si sofferma su un fatto precedente di due anni, quando, per una scommessa con il palio duecento franchi d'allora, con la bicicletta percorse il vecchio ponte del Tassino (nei pressi della stazione ferroviaria di Lugano), restando in equilibro sul muro di parapetto largo all'incirca quaranta centimetri. Lo percorso nell'intera lunghezza di 43 metri, ad un'altezza di 25 metri - mentre gli amici se l'eran data a gambe per non assistere alla caduta del «Pepèna».
Cominciate le competizioni del 1910, Augusto Rossi faceva una quindicina di gare all'anno, e di una, in particolare, si ricorda: la Parma-Poggio di Berceto, del 1922. Una strada napoleonica usata anche per le gare automobilistiche in salita.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.