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11/12 Guardie e storie

2016
Cristina Kaufmann
Museo del Sasso del San Gottardo

Arresti e feriti

I contrabbandieri fermati dalla guardie svizzere aumentarono con il passare degli anni. Tra il 1944 e il 1945, in Ticino e Mesolcina vennero redatti 10‘000 verbali per arresto di contrabbandieri. La maggior parte degli arrestati (80%) aveva un’età compresa tra i 18 e i 40 anni e una persona su quattro era una donna. Le statistiche non rivelano invece alcun dato per ciò che concerne i minorenni fermati. I giovani non furono mai arrestati né sottoposti a processo verbale, perché venivano riaccompagnati alla frontiera. Per questo motivo venivano spesso sfruttati dai contrabbandieri per attirare l‘attenzione degli agenti e continuare indisturbati il loro tragitto. Sparatorie e feriti aumentarono come pure i morti. Questi incidenti avvenivano spesso in tarda serata o in piena notte, dove da entrambe le parti, la paura era grande.

Testimonianze

Il mio povero fratello Albino aveva allora 18 anni. Mi disse „Vado io“. E io lo avvisai: „Stai attento che nel tal punto c’ è una stanga. Bisogna passarci sopra e cerca di non farla cantare perché vicino c’è la garitta delle guardie di confine. Se senti l‘Alt! fermati, non scappare, altrimenti ti sparano. Allora è partito. Si vede che ha fatto cantare la stanga. L’ hanno preso (…). Attraverso i contrabbandieri che presero informazioni abbiamo saputo che gli avevano tagliato la gamba e poi era guarito. Rimase 5 o 6 mesi da una zia a Ascona. Poi lo rimandarono a casa.

Siamo partiti in pattuglia verso le 5 o le 6 del pomeriggio e siamo arrivati sul punto dove dovevamo fare il servizio, al passo del Balniscio (…). A un certo momento ho la sorpresa di veder arrivare i contrabbandieri tutti in colonna, erano 6 o 7; li ho lasciati passare naturalmente, e poi ho dato l‘Alt! Guardia svizzera mani in alto! I due più vicini si diedero alla fuga precipitando da un’altezza di 12-15 metri nella neve. Poi anche quelli davanti scapparono e allora io sparai un colpo a bianco e con un proiettile, di rimbalzo probabilmente, ne colpii uno. A un certo punto sentii un uomo che diceva: „Oh mio figlio, mio figlio!“. Io misi l’arma a tracolla e andai giù. E effettivamente c’era un ferito (…). Mi resi conto però che il contrabbandiere era morto (…). La cosa più triste, quella che mi ha addolorato di più; è stato il fatto che dietro al morto c’era il padre, che camminava con il figlio.

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Tabella statistiche, circa 1945

Vedi il pannello cliccando qua

Vai al dossier La seconda guerra mondiale in Ticino – sviluppo del contrabbando come risposta al razionamento cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0270

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30 ottobre 2021
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Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

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