10/12 Guardie di confine e contrabbando
10/12 Guardie di confine e contrabbando
Per mettersi in contatto e trasmettere informazioni importanti
Il IV circondario del corpo delle guardie svizzere di confine, che comprendeva Ticino e Mesolcina era uno dei più esposti per quanto riguarda le violazioni di frontiera. Nel 1943 il controllo del confine era responsabilità di soli 415 uomini, che erano stati sparsi nei luoghi più remoti del Ticino per poter controllare i 250 km di con ne. Con lo sviluppo del contrabbando di massa, questa zona dovette essere maggiormente controllata, per poter evitare il trapasso di merci. Le guardie avevano a disposizione delle caserme lungo la frontiera in cui potevano stabilirsi con altre guardie celibi o con famiglia. Le ore di servizio erano molte. In alcuni casi i turni potevano durare fino a 15 ore, soprattutto durante i giri di grande distanza che spesso erano da e effettuare durante la notte. Parlare con estranei non era visto di buon occhio e per di più il loro stipendio seppur esso, era piuttosto modesto.
La vita di guardie di con ne, come quella dei contrabbandieri non era per nulla facile. I pericoli del mestiere erano molti, intercettare i contrabbandieri diventava sempre più difficile e poteva diventare anche pericoloso. Le direttive di servizio dovevano essere svolte in modo preciso. Per prima cosa, la guardia doveva intimare energeticamente il contrabbandiere con: „Alt! Guardia svizzera, mani in alto“. In caso di resistenza o fuga, era tenuto a sparare, inizialmente con colpi intimidatori e in seguito su bersaglio umano. Una volta arrestati, i contrabbandieri venivano accompagnati sotto tiro e a mani alzate fino al Posto delle guardie dove venivano interrogati. Se gli arrestati erano fermati per la prima volta, venivano rilasciati, mentre gli altri portati nei diversi campi di punizione.
Tenuta di servizio (Archivio del Posto guardie di confine Lugano)
Tenuta di servizio (Archivio del Posto guardie di confine Lugano)
Casa doganale (Archivio del Posto guardie di confine Lugano)
Casa doganale (Archivio del Posto guardie di confine Lugano)
Testimonianza di una guardia
Ero appostato ai margini di una vigna, appoggiato contro un albero di castagno. C’era la luna e faceva luccicare la brina, un freddo cane (…). Verso le tre del mattino stavo per rientrare, quando, dove sbuca il sentiero, vedo comparire sotto il chiaro di luna una figura, poi un‘altra, e un‘altra…erano uomini carichi, con le bricolle. Ne contai dieci, quindici, diciotto, non finivano più…i primi erano già spariti nel pendio sottostante. Allora mi decisi, ma pensai ad uno stratagemma perché così, solo, mi sembrava azzardato affrontarli tutti. Gridai ALT! e poi cominciai ad urlare i nomi di alcuni dei miei colleghi: Fontana fermali da sopra! Jori bloccali davanti! e così via, per creare confusione. Sparai anche un colpo in aria. Mollarono le bricolle e scapparono tutti, non riuscii a fermarne nemmeno uno. Quando si trattò di andare a raccogliere la merce la faccenda si complicò, qualcuno avrebbe potuto essersi nascosto e prendermi alla schiena (…). Allora rimasi acquattato, spalle coperte, fin che venne giorno. Ero lì immobile, con le orecchie che sembravano sbriciolarsi dal freddo.
Soldini, Bruno: Uomini da soma. Contrabbando di fatica alla frontiera tra Italia e Svizzera 1943-1948 Gli anni del riso. Gdo: 1985
Registro d‘orientamento, Locarno
Contrabbandieri arrestati (Archivio del Posto guardie di confine Lugano)
Persone sospette
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Archivio Museo della Memoria: MDM0270
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.