Le ciambelle del Colombo – Un mito dell’artigianato dolciario ticinese
Le ciambelle del Colombo – Un mito dell’artigianato dolciario ticinese
I non più giovanissimi si ricorderanno come entrando in un bar, grotto o ristorante negli anni d’oro (metà del secolo scorso) si scorgeva -immancabile – sul bancone un grosso vaso di vetro pieno di ciambelle. “I giambell dal Culùmb”. Una fascia rosso-blu si avvolgeva a spirale sul vaso con la scritta “La vera ciambella Colombo – Quella col buco”. E le ciambelle si vendevano bene, a 20 centesimi cadauna. Non solo per i bambini che accompagnavano genitore o nonno che faceva tappa a bere l’immancabile quintino, ma ance per gli adulti che avevano scoperto che “pocciate giù” nel vino, le ciambelle erano deliziose.
Il re delle ciambelle era il signor (Fausto?) Colombo di Massagno e chi passeggiava negli anni 50 per il vecchio nucleo del paese non poteva sottrarsi al sottile profumino d’anice che aleggiava nelle viuzze attorno alla Piazzetta Santa Lucia. Gustosissime e uniche, a un certo punto la produzione fu spostata dagli eredi a Mezzovico. Ma declinata l’abitudine del quintino, declinò ahimé anche il consumo di ciambelle. 4 o 5 anni fa un nipote del sig. Colombo, la signora Balmelli, andò a ripescare la storica ricetta e si mise a produrle di nuovo proprio a pochi metri da dove sorgeva il forno dell’avo. La qualità e il sapore erano ancora assolutamente gli stessi di 70 anni fa. Poi arrivò il covid e altro, e nell’agosto del 2021 anche questa piccola impresa artigianale dovette chiudere i battenti.
Resta la speranza che la ricetta, nascosta forse in qualche cassaforte, trovi un volonteroso che sappia far risorgere una volta di più l’inimitabile ciambella Colombo. La vera. Quella col buco
Da parte di una golosa: confermo che erano veramente ottime!