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Affreschi di S. Maria del Castello a Mesocco – Veduta parziale d’insieme

Affreschi di S. Maria del Castello a Mesocco – Veduta parziale d’insieme

15 agosto 2017
Claudio Abächerli

Affreschi di S. Maria del Castello – Veduta parziale d’insieme

Veduta della parte sinistra degli affreschi sulla parete nord della chiesa di Santa Maria del Castello a Mesocco. In alto vediamo raggruppate alcune scene della Via Crucis: a sinistra Pilato, le pie donne, la Veronica col sudario in mano, poi Gesù stesso aiutato del Cireneo coi soldati attorno. Segue più a destra, non visibile sull’immagine, la crocifissione.

Nel tratto centrale dapprima San Giorgio che uccide il drago e quindi San Martino che divide il suo mantello col mendicante. Perché appaiono in maniera preminente questi due santi è ovvio: San Giorgio è il patrono di Lostallo e San Martino il patrono di Soazza, i due comuni che appartengono al Circolo di Mesocco. Seguono l’arcangelo Michele che con la bilancia giudica le anime, e poi le figure di 5 santi, di cui 4 sono visibili sull’immagine: San Bernardino (altra scelta ovvia) in veste da monaco (ai piedi tre mitre mostrano che egli rifiutò tre volte la nomina a vescoco). Segue santo Stefano, protomartire, sant’Antonio abate, protettore degli animali poi san Pietro patrono di Mesocco con la chiave in mano. Non visibile Santa Lucia che secondo l’iconografia tradizionale tiene i suoi occhi in un piattino. In basso i mesi dell’anno che sono stati pubblicati dettagliatamente in questo dossier.

Informazioni generali: La chiesa romanica di S. Maria del Castello è probabilmente stata edificata già nel primo millennio. Analisi dendrocronologiche indicano che un legno usato nel campanile risale al 1038. Chiesa a navata unica rettangolare con un coro chiuso ad abside poligonale con volta a crociera. Sulla parete esterna (ovest) un monumentale affresco di San Cristoforo che porta Gesù Bambino attraverso il guado.

La parete nord è interamente coperta da affreschi attribuiti alla bottega del Maestri Seregnesi e databili attorno al 1460, quindi verso la fine del medioevo. Vi sono rappresentarti scene della passione in alto, figure di santi e l’adorazione dei magi in mezzo e nel terzo inferiore una delle meglio conservate raffigurazioni dei mesi dell’anno: interessanti perché permettono di aprire una finestra sulle attività del tempo, ma anche sugli abiti, suppellettili e attrezzi usati allora.

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Claudio Abächerli
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