Ambizioni e debolezze industriali ticinesi
Ambizioni e debolezze industriali ticinesi
Dopo il 1960, gli studi storici e statistici, voluti anche in vista di una programmazione economica cantonale, hanno messo in luce debolezze strutturali e retaggi che condizionano lo sviluppo industriale del Ticino: la barriera doganale a sud, che isola il cantone dal mercato italiano, e quella alpina a nord che lo emargina dallo spazio economico svizzero, complice la politica tariffaria delle ferrovie federali; la dipendenza da investimenti esterni e la mancanza di spirito imprenditoriale; la tradizione migratoria che ha a lungo privato l'economia locale di manodopera qualificata. Diversi indicatori segnalavano l'arretratezza industriale del Ticino: un numero di aziende e di addetti inferiore alla media nazionale, il prevalere di rami industriali a basso contenuto tecnologico e che sfruttavano i vantaggi congiunturali o geografici, la dimensione ridotta delle fabbriche e la struttura poco capitalistica delle aziende, la proporzione elevata di manodopera poco qualificata.
In queste condizioni anche la scommessa industriale dei decenni di alta congiuntura dopo la seconda guerra mondiale ha dato risultati modesti. Si è rivelato molto difficile il tentativo d'industrializzare le valli ticinesi per evitarne lo spopolamento; anzi, persino alcune industrie sorte all'inizio del XX secolo, come la Cima-Norma di Dangio, sono state costrette a chiudere i battenti.
Così il settore secondario è rimasto piuttosto debole in Ticino, specialmente nel ramo propriamente industriale. Prevaleva, infatti, l'industria dell'abbigliamento, poco innovativa e che ricorreva a manodopera non qualificata, in gran parte femminile e frontaliera. Scarseggiavano invece quelle industrie in grado di svolgere un ruolo economico trainante, perché basate sulla ricerca, sulla progettualità e sull'investimento tecnologico e che occupavano personale altamente qualificato.
Indicizzazione delle sequenze:
01'12''-7'06'' La mancata vocazione industriale del Ticino
07'07''-12'21'' Un fragile risveglio economico essenzialmente congiunturale
12'22''-18'47'' La struttura debole dell'industria ticinese
Questo servizio di Enrico Romero andò in onda il 12 febbraio 1970. Sono ricordati alcuni aspetti dello sviluppo in Ticino, collocato sull'asse nord sud fra due regioni industriali sviluppate: l'emigrazione dei Ticinesi, la congiuntura favorevole nel secondo dopoguerra, il risveglio ticinese in ambito di capacità imprenditoriali e di infrastrutture, l'industria ticinese dipendente da quelle dell'Altopiano, i settori industriali stagnanti e trainanti, la manodopera frontaliera, la mancanza di un piano direttivo cantonale, l'afflusso di capitale straniero. Parlano: Arturo Lafranchi, avvocato, consigliere di stato; Mario Ferrari, fiduciario, politico; Lionello Torti, segretario AITI; Didier Wyler, sindacalista VPOD, deputato al Gran consiglio.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.