Eva Antonini "Onda", grès, 80 x 33 x 16 cm, Balerna, Collezione d’arte del Comune
Eva Antonini "Onda", grès, 80 x 33 x 16 cm, Balerna, Collezione d’arte del Comune
Eva Antonini
Nelle vite degli artisti, a colpire non sono solo i grandi gesti, ma a volte anche i piccoli dati biografici, che incredibilmente finiscono con avere un’influenza sulla vita intera. La scultrice Eva Antonini è nata a Rapperswil nel 1961 e, dopo alcuni anni trascorsi a Ginevra e viaggi di formazione in molti luoghi del mondo, dal 1985 vive stabilmente in Canton Ticino. Della sua infanzia racconta un aneddoto: “Da bambina giocavo spesso nelle vicinanze di una collina di argilla rossa: immagino che le sensazioni al tatto dell’argilla siano ancora rimaste impresse nella mia memoria. Plasmare e trasformare il materiale con le mani mi ha dunque sempre affascinata”. A questa prima esperienza, divisa fra ricordo e gioco, si uniscono gli insegnamenti artistici del padre, uomo dotato di grande manualità e talento. Nel corso degli anni segue corsi di specializzazione e frequenta gli studi di Oreste e Antonio Quattrini, Giorgio Eros Morandini, Giovanni Cimatti e Ettore Greco. Parallelamente, il percorso di Eva Antonini è segnato dall’interesse per la figura umana e per la materia: creta, gesso, alabastro e marmo, tutti materiali che l’affascinano e la portano a superare nuove sfide fra ricerca esperimentazione. Il suo curriculum espositivo vanta personali e collettive in Svizzera, Italia, Austria, Spagna, Francia e Stati Uniti.
Alla Sala del Torchio a Balerna la scultrice porta nel 2011 la personale Terra e altrove, una mostra che raccoglie 23 sculture in terracotta, torsi maschili e femminili, volti, brani di figure avvolte in fasce. La frammentarietà come cifra, l’incompiutezza come essenza di un percorso al contempo umano e spirituale.In questo ambito si inserisce l’opera Onda, vigoroso torso visto di spalle che riporta ad un antico alfabeto. Nulla sappiamo di questa figura: non l’origine, non il viaggio, non la destinazione. E in questa assenza di informazioni, non possiamo che rimanere stupefatti di fronte al mistero del cammino dell’uomo, per tutti uguale, per tutti diverso.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.