Giuseppe Martinola descrive la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Biasca
Giuseppe Martinola descrive la chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Biasca
Andato in onda il 20 maggio 1969, questo servizio di Sergio Genni e Giuseppe Martinola fu realizzato per il programma televisivo «Misure».
Con il titolo originale «San Pietro di Biasca», questo servizio descrive la chiesa di San Pietro e Paolo di Biasca e i suoi affreschi dipinti tra il 12.mo e il 16.mo secolo.
Il sito web della Parrocchia di Biasca fornisce una sintesi storica della chiesa: Nata forse come chiesa battesimale sin dal secolo IX, essa fu ricostruita come chiesa a tre navate tra il secolo XII e XIII. Venne trasformata verso la metà del '600 quando venne realizzata la sopraelevazione del pavimento in lastre di pietra, la gradinata d'accesso e la costruzione della volta sulla navata maggiore; una modifica successive ha portato alla costruzione del protiro in facciata. I diversi cambiamenti non hanno tuttavia compromesso (anche grazie ai citati restauri) la sua uniformità stilistica.»
«La chiesa odierna - qui descritta da Marinola -risale al 1171. Subì rimaneggiamenti all'interno nel XVII e nel XVIII secolo che portarono variazioni al livello del pavimento, ai pilastri, alle finestre e alle coperture. L'architetto Alberto Camenzind tra gli anni 1955-1967 riportò l'edificio alle forme romaniche, sopprimendo quindi l'ossario e la sagrestia a nord.»
Anche in questo caso, l'aspetto notevole è senz'altro il contributo autoriale di Giuseppe Martinola. Nato nel 1908 a Mendrisio, dove morì nel 1990, Martinola si laureò in storia del Risorgimento all'Università La Sapienza di Roma. Carlo Agliati, che ne ha curato la voce nel Dizionario storico della Svizzera, ricorda che «la sua attività si svolse tra ricerca storica locale e scuola: fu archivista cantonale (1938-51), direttore del ginnasio di Mendrisio (1951-54), insegnante al liceo di Lugano (1954-73), direttore del Bollettino storico della Svizzera italiana (1942-90), membro e presidente della commissione cantonale dei monumenti storici (1956-75). L'indagine storiografica di Martinola, divulgata su giornali e riviste e con numerosi saggi in volume, ha privilegiato, accanto all'edizione di fonti, la narrazione delle vicende politiche dei primi decenni di autonomia cantonale nel XIX sec., in particolare attraverso i saggi dedicati alle maggiori personalità ticinesi del tempo (Vincenzo Dalberti, Giovan Battista Quadri, Stefano Franscini). […] Altro suo filone di ricerca è stata la storia dell'arte, con saggi dedicati all'emigrazione delle maestranze, monografie su pittori del sec. XIX, inventari d'arte e organizzazione di mostre d'arte contemporanea.»
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.