Il CSIA di Pietro Salati – Radici e memoria di una scuola
Il CSIA di Pietro Salati – Radici e memoria di una scuola In evidenza
Un omaggio all’artista Pietro Salati (1920-1975) di Lugano, fondatore e direttore, dal 1964 al 1975, del Centro scolastico per le industrie artistiche (CSIA) dove, in occasione del Sessantesimo dalla sua fondazione, si è tenuta nell’atrio e nella biblioteca una mostra dal 25 ottobre al 6 dicembre 2021, a lui dedicata. Pietro Salati oltre a essere stato apprezzato direttore e docente è stato pittore, giornalista, viaggiatore, scrittore, poeta, storico e insegnante. Interessato all’artigianato, all’arte popolare e alle tradizioni gastronomiche, senza dimenticare il suo impegno politico.
“Nello spirito di una continuità didattica ideale, l’esposizione di dipinti, disegni, documenti, manoscritti e pubblicazioni è stata frutto della collaborazione tra gli ex allievi di Salati, poi docenti e professionisti in campo artistico, e i docenti e gli studenti della scuola, con il generoso contributo del figlio Andrea.”
Promotori:
Fredi Schafroth - Giuliano Togni - Marco Brughera – Gianni Realini
La mostra è stata curata da:
Fredi Schafroth, Giuliano Togni, Marco Brughera e Antonella Infantino.
Coordinamento: Antonella Infantino e Michele Forzano
Coordinamento materiale audio: Archivi RSI:
Il filosofo e storico dell’arte Jean Soldini ha scritto per l’occasione:
“Poche righe biografiche per far intuire varietà e qualità culturale delle attività di Pietro Salati, nato a Lugano nel 1920, formatosi all’Istituto superiore per le industrie artistiche di Monza dove insegnavano Marino Marini (1924-1997), Raffaele De Grada (1885-1957), Pio Semeghini (1878-1964). Fu pittore, insegnante al Ginnasio cantonale di Lugano per approdare poi al Centro scolastico per le industrie artistiche di cui fu direttore dal 1964 fino alla morte avvenuta, improvvisa quanto prematura, il 2 agosto 1975. Della fondazione del CSIA è stato uno degli artefici con Emilio Rissone (1933-2017), Francesco Bertola (1924-2019) e Taddeo Carloni che aveva diretto la Scuola dei pittori da cui, nel 1961, sorse il nuovo istituto. Salati fece parte della Commissione cantonale dei monumenti storici e fu redattore del quotidiano socialista “Libera Stampa”, dove pubblicava spesso poesie. Fu membro della giuria del “Premio letterario Libera Stampa” fin dall’inizio quando, nel 1947, venne attribuito a Vasco Pratolini (1913-1991) con Cronache di poveri amanti. Scrisse su alcuni aspetti della cultura popolare ticinese: Comignoli del Ticino del 1959, Ferri battuti del 1960, Grotti, cantine e canvetti nel Luganese del 1967. Nel 1961 vinse il Premio Shiller per i suoi saggi…
Locandina
Visita anche
Centro scolastico per le industrie artistiche, Lugano - Svizzera
Nel sito seguente “Il pittore Pio Semeghini” si parla anche di Pietro Salati
Per gentile concessione de “Il Cantonetto”, Rivista letteraria, Giugno 2022, N. 1. che ringraziamo sentitamente.
Leggi Pietro_Salati-IL _CANTONETTO_Giugno 2022 cliccando qua.
Visita anche Soldini cantonetto.ch cliccando qua
Il docente di lettere e critico musicale Ugo Fasolis (1923-2015) così scrisse di Pietro Salati in un articolo di Libera Stampa del 6 settembre 1965
Leggi P.Salati-Articolo Libera Stampa 1875 cliccando qua
Leggi LETTERA DEL FIGLIO ANDREA per la vernice della mostra cliccando qua
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Fredi Schafroth lo ha ricordato così:
Dopo la tremenda esperienza della seconda guerra mondiale, negli anni ’50 e ’60 anche qui da noi si respirava un’aria di rinascita come in quasi tutta l’Europa (…) In Ticino si sentivano dei “fermenti”, a nord quelli della Svizzera interna e a sud quelli di Milano. Persone sensibili, aperte e lungimiranti come Pietro Salati, Francesco Bertola, Taddeo Carloni, pur vivendo in questa zona di provincia capirono l’importanza di far parte dell’onda creativa europea. (…) È impossibile riassumere in poche righe sessant’anni di vita di una scuola. Tuttavia fra i tanti sentimenti che si accavallano qualcuno è più chiaro e forte. Per esempio che tra le molte altre cose il CSIA è stato, per tanti allievi, un’isola in mezzo al mare sconosciuto della vita. Tra affinità e contrasti ha permesso loro di acquisire gli strumenti necessari per scegliere una rotta, un punto da cui partire per esplorare e vivere in quel mondo così grande; magari con la speranza di contribuire a renderlo un po’ migliore.
Giuliano Togni ha ricordato così il suo decesso avvenuto in Spagna:
Eran le cinque, le cinque in punto della sera… Una donna cammina a piedi nudi sulla battigia, il suo uomo la segue imitandone i passi prima che l’onda le cancelli. Sono le cinque in punto e in un attimo tutto si compie. La linea mobile tra terra e mare si spezza, il Mediterraneo offre dolci carezze a quel corpo disteso e quella terra che quell'affascinante signore ha tanto amato regala ai suoi occhi una ultima immagine, che piano piano si spegne. Ma tanti anni prima, tu sapevi che per apprendere si ha bisogno di entusiasmo, dirigevi la tua scuola dove coinvolgimento, emozione, desiderio, amore e conquiste erano metodo educativo. E non solo di questa terra ci raccontavi i suoi poeti, i suoi pittori, la fierezza del suo popolo, ma lo facevi con ogni altro luogo del mondo dove l’amore e la poesia di altri uomini avevano accumulato “bellezze”. Ti eri circondato di uomini di alta cultura per costruire un palcoscenico privilegiato dove noi osservavamo il mondo nel quale tutto sembrava fattibile. E venne il giorno in cui allontanandoci bisognava toccare con mano queste “bellezze” tanto immaginate che resero questo mio cuore errante. In seguito altre emozioni ci attendevano; avevi ideato una scuola dove molti di noi al rientro per tuo moto d’animo si sarebbero seduti al tuo fianco. Dentro questo crogiolo ho trascorso con desiderio e passione condivisi quasi cinquant’anni della mia vita.
Pietro Salati aveva un sostegno incondizionato degli intellettuali e delle autorità. Si era circondato da persone con le quali portava avanti un percorso didattico evolutivo, percorso che esercitava senza sconti ma che ci appassionava come pochi prima di lui, nei sogni, nei desideri di noi adolescenti.
Sergio Michels lo ha ricordato così:
(…) Se dovessi definire Pietro Salati con una sola parola mi verrebbe spontaneo dire caleidoscopico. Da qualsiasi angolazione lo si osservasse – dall’aspetto umano ai suoi molteplici interessi per il disegno, la pittura, i mosaici, la scultura, le ceramiche, le poesie, i racconti, gli articoli giornalistici – scaturiva ogni volta una nuova e intrigante combinazione di scenari , colori e composizioni che non mancavano mai di stupire. Il tutto sottolineato dalla sua calma e dal compiaciuto sorriso enigmatico che lo accompagnava anche a scuola quando, seduto alla sua scrivania, si dilettava nel disegnare figure, cavalli, antilopi, agavi, gufi… o a scrivere in versi. Diventò così il mio mentore. I contatti si moltiplicarono anche fuori dalla scuola, frequentando la sua casa e gustando le prelibatezze culinarie di sua moglie Edith. Durante le vacanze estive, quando non viaggiava attraverso la Spagna, mi coinvolse nei suoi vari progetti: nel suo studio in via Castausio per le formelle del soffitto in legno della chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Biasca; a casa sua , vicino al caminetto, a dipingere le tavole del soffitto a cassettoni per sua sorella; (…) Grazie di cuore, Pietro Salati. E un grande grazie penso glielo debbano anche tutti gli allievi del CSIA. Se oggi dispongono di un moderno centro studi polivalente è solo in virtù della sua visione pionieristica, della temerarietà, della tenacia e della fiducia che gli permisero di realizzare tutto questo partendo dalla vecchia Scuola dei pittori e decoratori di Taddeo Carloni.
Mi permetto di aggiungere alcune righe pure io che sono stata sua allieva in Storia dell’arte dal 1961 al 1965, anni scolastici in cui era anche direttore. Era il “papà” di tutti noi, forte e affettuosamente vicino a ogni allieva e a ogni allievo che in quel periodo adolescenziale scopriva un nuovo mondo, quello dell’arte. Ad aprile del 1965 organizzò una bellissima gita scolastica alla scoperta del Romanico in Provenza e nella sua amata Spagna, in Catalogna.
Adriana Parola
Il CSIA di Pietro Salati
Giugno 1962-CSIA. Alcune allieve e un allievo delle sezioni Stoffe e grafica. Da sinistra Francesca Tabet, Marina Ambrosetti, ?..., Antonietta Schütz, Francesca Bernasconi, Valdo Poloni, ?..., Adriana Parola
Giugno 1962-CSIA. Da sinistra, Adriana Parola, Francesca Bernasconi, Valdo Poloni, Ia Soere
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Giugno 1962-CSIA. Alcune allieve e un allievo delle sezioni Stoffe e grafica. Da sinistra Adriana Parola, Antonietta Schütz, Ia Soere, ?..., Francesca Bernasconi, ?..., Francesca Tabet, Marina Ambrosetti, Valdo Poloni
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Giugno 1962-CSIA. Tra le allieve e l’allievo l’insegnante della sezione creazione di stoffe Francesca Biro (con la gonna e il foulard al collo bianchi)
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1965 –CSIA, gita scolastica in Francia e Spagna (Provenza e Catalogna) per conoscere in realtà il Romanico. Da destra: Pietro Salati, Francesca Bernasconi, Claudia Zwahlen, Francesca Tabet e Delio Guidicelli
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La prima pagina della locandina della mostra
Il nome dell'omaggiato che accoglieva i visitatori della mostra
10.11.2021, Antonella Infantino ha aperto la vernice della Mostra di Pietro Salati
Il grafico Sergio Michels ha evocato la sua grande vicinanza, fin da giovanissimo, a Pietro Salati - 10.11.2021
Michele Forzano, responsabile per la parte grafica della mostra di Pietro Salati - 10.11.2021
Malu Cortesi, responsabile dell’allestimento della mostra - 10.11.2021
La mostra accoglieva i visitatori al CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche), dal 25 ottobre al 6 dicembre 2021, dove Pietro Salati è stato 1° direttore e docente dal 1964 al 1975
Nelle vetrine erano esposti opere e scritti di Pietro Salati
Un disegno di Pietro Salati del 1957
Stralcio di una poesia di Pietro Salati e un suo ritratto di anonimo
Pubblicazioni di Pietro Salati
Pietro Salati, viaggi in Cina e in Russia
Documenti e illustrazioni riferiti all’artista Pietro Salati
Opere di Pietro Salati realizzate al rientro da un viaggio nella regione di Isfahan (Iran) esposte alla mostra postuma del 2021 al CSIA (Centro Scolastico per le Industrie Artistiche)
Due opere di Pietro Salati. A sinistra Giunchi sulla spiaggia, acquarello e pennarelli. A destra Giovane seduto con animali, tempera, forse del 1960
1951, tempera raffigurante una figura femminile seduta – Pietro Salati
Pietro Salati, olio su tela
Pietro Salati, 1973 - Spiragli – acrilico – anni ’70 del Novecento
Pietro Salati, 1974 - Fatalità o illusione – acrilico
Pietro Salati, Ovale dopo la visita della regione di Isfahan, durante il viaggio in Iran
Opera su carta di Pietro Salati – tecnica mista – dopo un viaggio in Cina – Anni ’50 del Novecento
Opera di Pietro Salati esposta alla mostra postuma del 2021 al CSIA
L'inaugurazione della mostra si è svolta durante la pandemia di covid-19 e le mascherine erano obbligatorie
Vedi anche Il Centro per le Industrie artistiche (CSIA) nel 1965 cliccando qua.
Questo documento video è un estratto di un servizio andato in onda il 20 maggio 1964 nel programma televisivo «Scuola e lavoro».
Vai al dossier SCUOLE - Museo della Memoria cliccando qua.
Archivio Museo della Memoria: MDM0866
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.