Il rischio del corridoio
Il rischio del corridoio
Nel trasporto delle merci si è passati dall'epoca d'oro della saturazione delle capacità d'assorbimento della ferrovia, protrattasi fino ai primi anni settanta, ad un relativo declino della linea del San Gottardo, accompagnata dalla progressiva svalutazione del Ticino a corridoio di transito. Un mutamento dovuto in parte alla razionalizzazione dei trasporti ferroviari, che ha ridotto l'intervento degli spedizionieri, in parte all'accresciuta concorrenzialità della strada. Il completamento della rete autostradale attraverso le Alpi ha trasformato l'asse del San Gottardo in una camionale europea. Il Ticino ha perso progressivamente il suo inserimento tradizionale in questi traffici che hanno in grandissima parte origine e destinazione fuori del Cantone, avendo perso importanza le attività di spedizione, l'immagazzinamento e le operazioni doganali.
Le promesse di un Ticino regione aperta, in grado di trarre vantaggio dalla sua posizione intermedia tra due poli di forte dinamismo economico e di grande valenza culturale quali Zurigo e Milano, sono rimaste in gran parte potenzialità non sfruttate. Il rischio che il Ticino e le Alpi svizzere si trasformassero in un corridoio autostradale, era già stato denunciato da alcune menti lungimiranti al momento della pianificazione autostradale. Un rischio accresciuto e aggravato dalla politica federale ed europea dei trasporti, che ha ritardato la realizzazione del tunnel ferroviario di base sotto il San Gottardo, ritenuta urgente già nel 1971.
Indicizzazione delle sequenze:
0'01''-4'30'' Rischi e incognite del collegamento autostradale
Secondo il geografo francese Jean Billet, per salvaguardare una regione economica alpina come il Ticino, è inutile guardare con nostalgia al passato: occorre ricreare la vita economica, partendo da mezzi dinamici e da nuovi impulsi. L'autostrada che attraverserà il Ticino, come pure gli assi stradali che da essa si dipartiranno, costituiscono questi impulsi o mezzi dinamici.
L'autostrada potrebbe però diventare un semplice corridoio di passaggio: gli utenti circolano e si spostano, ma non sono attratti e trattenuti dalla vita delle regioni che attraversano. Per Billet, non è solo un rischio ma è anche una grave ingiustizia: quando un piccolo paese compie uno sforzo immenso per facilitare il passaggio o lo svago di grandi folle europee, dovrebbe poterne trarre qualche vantaggio, quale fattore di compensazione.
4'31''-7'47'' Captare i flussi autostradali a beneficio del Ticino
Secondo Billet, il Ticino è sempre stato a rimorchio degli altri. Con l'autostrada in costruzione e il traforo del San Gottardo, il Cantone ha un asso nella manica. L'autostrada compenetrerà il paesaggio e segnerà profondamente le attività umane. Per avvantaggiarsene il Ticino dovrà captare i flussi autostradali. L'assenza di pedaggi sulle autostrade svizzere, sarà un invito naturale ad uscire e a curiosare. Se il Ticino riuscirà a "derivare" il 4-5% dei veicoli che annualmente attraverseranno il S. Gottardo, offrendo sul posto attrezzature adeguate, il cantone potrà garantirsi una clientela potenziale e fedele.
7'48''-12'40'' Gli atout turistici del Ticino: sole e itinerari di dissuasione
Un altro fattore che può giocare a favore del Ticino, afferma Jean Billet, è di natura piuttosto psicologica. Il Ticino è l'apertura verso il mondo del sole, verso il Mediterraneo. Superato il Gottardo si ha l'impressione di trovarsi in un mondo diverso e più luminoso: è un invito immediato a fermarsi, a fare una pausa. Bisognerà puntare sugli elementi meridionali e vacanzieri: i laghi, i villaggi, ecc., sviluppando le potenzialità di ogni regione. Si tratta di un'occasione da non lasciarsi sfuggire.
Per questo si devono inventare itinerari variati, per portare nelle vallate della Svizzera italiana la clientela che ricerca la calma, che rifugge i grandi centri, che s'interessa al passato e alle opere d'arte disseminate nelle valli ticinesi. Per evitare il deperimento delle valli più discoste, bisogna collegarle all'autostrada con itinerari turistici di "dissuasione" che incitino il turista a fermarsi e a conoscere il paese.
12'42''- 15'45'' Le prospettive economiche offerte dall'autostrada
Secondo il prof. Billet, in Ticino si può essere ottimisti per il turismo, anche perché esiste un mercato poco conosciuto e che bisognerebbe studiare in modo da poter creare le strutture richieste dalla potenziale clientela.
Per l'agricoltura ticinese sembra difficile prospettare una salvezza ad ogni costo, se non in zone ben determinate come il Piano di Magadino. In montagna e nelle valli, è essenziale una stretta interdipendenza tra agricoltura e altre attività.
L'industria dovrebbe ricevere nuovi impulsi dall'autostrada, anche perché i mercati d'oltre Gottardo saranno più vicini. Il Ticino si trova inoltre in una posizione particolare, come valle all'uscita dalle Alpi. Numerosi esempi insegnano che a questa situazione corrisponde quasi sempre lo sviluppo di centri economici, se ci sono valide vie di comunicazione. La situazione intermediaria tra due grandi regioni di mercati, dovrebbe essere vantaggiosa, soprattutto per il Mendrisiotto. Si tratterà probabilmente di un'industria molto specifica, fondata sulla logistica e la ridistribuzione, legata ai porti-franco, alle zone di contatto e ai grandi mercati della pianura padana.
15'46''-18'41'' Il Ticino ad una svolta della sua storia
Questo servizio di Silvano Toppi andò in onda il 30 aprile 1974 nella trasmissione "Il Prisma". È un'intervista a Jean Billet, professore di geografia alpina all'Università di Grenoble, autore di una poderosa ricerca sulla realtà economica del Canton Ticino intitolata "Un versant meridional des Alpes centrales: le Tessin". Lo studioso francese prevedeva una svolta storica per le nostre contrade con la realizzazione dell'autostrada N2 da Airolo a Chiasso. Questa nuova via di comunicazione avrebbe permesso un collegamento rapido tra Nord e Sud Europa e avrebbe potrebbe rappresentare un formidabile trampolino di rilancio economico, a condizione che non si trasformasse in un semplice "corridoio" di transito.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.