L’inaugurazione dello Studio Radio a Besso
L’inaugurazione dello Studio Radio a Besso
Questo servizio andò in onda il 2 aprile 1962 nel «Telegiornale». Il 31 marzo era stata inaugurata la nuova sede della RSI nel quartiere di Besso, a Lugano. Il servizio mostra immagini di Willy Spühler, capo del Dipartimento delle Poste e delle Ferrovie, Guglielmo Canevascini, presidente della Cooperativa per la Radiotelevisione della Svizzera Italiana (CORSI); Marcel Besançon, direttore della SRG SSR, Paride Pelli, sindaco di Lugano e Plinio Cioccari, Consigliere di Stato, capo Dipartimento dell’Educazione.
Il 31 marzo 1962, il quotidiano «Libera Stampa» annunciava l’inaugurazione che sarebbe avvenuta in giornata:
Il nuovo studio della Radio della Svizzera italiana che sorge sulla collina di Besso sarà inaugurato oggi. Dirà del significato dell’avvenimento l’on. Guglielmo Canevascini, presidente della Corsi, che in tempi andati avvertì tutta l’importanza di una nostra emittente per difendere i valori della democrazia minacciati dall’infiltrazione delle idee totalitarie irradiate dalla propaganda fascista e la necessità della difesa della nostra caratteristica etnica nel serto dell’unità confederale. […] La stampa ticinese e quella confederata ha avuto ieri il piacere di rendersi conto della funzionalità del nuovo studio nel corso dì una visita riservata ai giornalisti. Ha porto il saluto nel «maggiore istituto della cultura ticinese» il direttore avv. Stelio Molo. […]
Il 2 aprile 1962, il quotidiano «Giornale del Popolo» è in edicola con la cronaca dell’inaugurazione ufficiale del nuovo Studio Radio:
[…] L’on. Spuhler ha tagliato il simbolico nastro poi i convenuti hanno preso posto nell’auditorio massimo. La cerimonia è continuata con l’interpretazione di alcuni canti popolari ticinesi e grigionesi da parte della Corale «Vos da Locarno» diretta da Fernando Bonetti, e dalla Corale «Costume di Poschiavo» diretta da Remigio Nussio. […]
Il 3 aprile 1962, «Libera Stampa» riportava il testo del discorso — intitolato «I compiti della Radio» — che tenne Guglielmo Canevascini, dal quale riportiamo questa citazione:
[…] la Radio rimarrà per alcuni anni, forse per parecchi anni ancora, il più rappresentativo e spontaneo palcoscenico della vita e della realità delle vallate prealpine svizzere. La Televisione dovrà dare un suo originale contributo all’elevazione e alla soddisfazione dei desideri del pubblico ticinese e Grigioni italiano, ma la Radio sarà ancora lo strumento più idoneo a essere nel contempo sintesi e analisi del Paese, e dunque dimensione attiva — sia moralmente, sia strumentalmente — del Paese. […]
All’inaugurazione dei nuovi studi radiofonici è dedicato il paragrafo intitolato «Problemi logistici e finanziari» che si legge nel capitolo «Un’atmosfera di crescita e sperimentazione» scritto dalla storica Nelly Valsangiacomo, nel volume collettaneo «Voce e specchio. Storia della radiotelevisione svizzera di lingua italiana» curato da Theo Mäusli.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.