Rocco Filippini suona l’«Arpeggione» di Schubert
Rocco Filippini suona l’«Arpeggione» di Schubert
Nato il 7 settembre 1943 a Lugano, dove è morto il 13 aprile 2021, Rocco Filippini è stato un violoncellista di fama mondiale. Compiuti gli studi sotto la guida di Pierre Fournier, Filippini vinse nel 1964 il Concorso Internazionale di Ginevra, iniziando subito dopo la sua carriera. Ha dato centinaia di concerti nei principali centri musicali in Europa, America, Giappone e Australia, ospite delle più grandi sale e di famosi festival.
Figlio del pittore e scrittore Felice Filippini e della pianista Dafne Salati, Rocco Filippini fu fondatore nel 1968 del Trio di Milano e nel 1992 del Quartetto Accardo. Nella musica da camera collaborò con alcuni tra i più grandi concertisti contemporanei, tra i quali spiccano Salvatore Accardo e Maurizio Pollini.
Filippini era accademico di Santa Cecilia ed è stato docente di violoncello presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Dal 2003 aveva tenuto la classe di musica da camera ai corsi di perfezionamento dell’Accademia di Santa Cecilia e nel 2010 era stato insignito del titolo di Professore Emerito. Nel 1997 gli era stato insignito del Premio della Fondazione del Centenario della Banca Svizzera Italiana per il contributo allo sviluppo dei rapporti culturali tra Svizzera e Italia.
Alcuni dei massimi compositori di oggi gli hanno dedicato le loro opere: Franco Donatoni, Ala; Luciano Berio, Elaborazione per violoncello e contrabbasso dei Duetti per due violini; Giovanni Sollima, The Songlines; Salvatore Sciarrino, Il paese senz’alba. La sua discografia comprende molte registrazioni per RCA, Fonè, Nuova Era, Assaí, Fonit Cetra Italia, Amadeus, Ricordi, Symphonia, Dynamic. Tra le ultime registrazioni, sono da segnalare le sei Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach. Registrate in maniera impeccabile, sembrano un intenso omaggio al grande maestro Pierre Fournier.
Gli archivi della RSI conservano alcune registrazioni in video degli anni Settanta con Filippini in duo con la violinista Saskia Filippini, o in duo con Bruno Canino davanti alle telecamere della trasmissione televisiva «Piaceri della musica». Altre registrazioni sono degli anni Novanta per la trasmissione televisiva «Paganini».
Per ricardare qui Rocco Filippini abbiamo scelto una partitura nelle orecchie di tutti gli appassionati di musica: la Sonata in la minore per arpeggione e pianoforte, D. 821 di Franz Schubert. Rocco Filippini la suonò assieme con Bruno Canino per la trasmissione televisiva «Piaceri della musica» andata in onda il 9 aprile 1978. Successivamente, andò in onda una sola volta, l’11 luglio 1984. Il documento qui pubblicato è quindi pressoché inedito perché non ha avuto una circolazione solo audio.
Il settimanale «TeleRadio 7» in edicola per la settimana dall’8 al 14 aprile 1978, a pagina 15 recava una presentazione di questa esecuzione di Rocco Filippini e Bruno Canino. Senza firma, è verosimilmente di mano di Carlo Piccardi, produttore del programma televisivo:
Rocco Filippini e Bruno Canino interpretano questa sera, in omaggio al centocinquantesimo anniversario della morte di Franz Schubert, la Sonata dello «Arpeggione». L’arpeggione è uno strumento oggi praticamente scomparso per il quale il grande compositore viennese creò uno dei suoi capolavori oggi comunemente eseguito sul violoncello. Ed in questa trasmissione è affidato al valente violoncellista ticinese, Rocco Filippini, da qualche settimana reduce da un clamoroso successo nell’ambito della stagione sinfonica pubblica della RAI di Milano. Sulla sua interpretazione delle «Variazioni su un tema rococò» di Ciaikovsky ha scritto il «Corriere della Sera»: «L’ opera è un’occasione strumentale che Filippini non si è lasciato minimamente sfuggire imponendo una versione dell’opera che solo i grandi strumentisti sono in grado di realizzare. Un’interpretazione che — continua il giornale — ha sottolineato l’ingresso sicuro di Filippini fra i massimi violoncellisti di oggi».
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.