Soccorso all’Ungheria autunno 1956
Nell’autunno del 1956, in Ungheria, una rivolta politica creò grossi tumulti. I feriti furono diverse migliaia e circa il 3% degli ungheresi si vide costretto ad abbandonare il proprio Paese per rifugiarsi in Occidente. I numerosi morti e feriti della vicenda suscitarono una forte reazione nel resto dell’Europa e, in vari Paesi, si assistette alla creazione di azioni 'Pro Ungheria'. La Svizzera ne prese parte accogliendo numerosi profughi e il Rotary, benché non si occupi direttamente di politica, non poté ignorare ciò che stava accadendo. Mise quindi a disposizione della Croce Rossa Svizzera le forze dei suoi club regionali.
Dal canto suo, il Rotary Club Lugano si mobilitò immediatamente per trovare degli aiuti sotto forma di medicinali, viveri, coperte e indumenti per i feriti. Sotto la Presidenza del medico Pierfranco Bettelini, il Club si allineò all’azione umanitaria che comprendeva tutta l’Europa occidentale; il 31 ottobre 1956, all’unanimità, l’assemblea decise “di iniziare una pubblica azione di soccorso in favore di tutte le vittime della tragedia ungherese” lanciando un “vibrante appello alla generosità” non solo ai soci del Club ma a tutta la popolazione ticinese. Tutti seguirono infatti con trepidante e profonda commozione l’insurrezione del popolo ungherese, in lotta per i più alti beni: la libertà, l’indipendenza e l’umana dignità. “Urgono plasma per trasfusioni, medicinali, materiale per medicazioni ed in seguito viveri, coperte per i feriti, indumenti”.
Le riposte – fortunatamente – non tardarono ad arrivare. Le donazioni ammontarono a diverse migliaia di franchi utilizzati per l’acquisto di materiale medico e per gli interventi più urgenti. Due velivoli privati furono messi a disposizione del Club per il trasporto da Agno a Vienna, ma la spedizione si rivelò ardua e avventurosa. Il presidente Bettelini accompagnò il pilota, tale Bucci, ma il maltempo, la neve incessante e un guasto alla radio costrinsero l’aeroplano a un atterraggio di fortuna a Rorschach. Finalmente, la spedizione andò a buon fine passando per la ferrovia e per la Croce Rossa Svizzera.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.