Antonio Barzaghi Cattaneo
Antonio Barzaghi Cattaneo
Graziano Terrani e Marco Nessi sono gli autori di questo servizio andato in onda il 16 luglio 1978 nel programma televisivo «Segni». Girato a Lugano, Milano e Berna, è un ritratto dell'artista pittore Antonio Barzaghi Cattaneo (Lugano, 1834 - Paradiso, 1922), il quale aderì al movimento artistico contestatore della scapigliatura e incentrò la sua opera sulle tematiche del ritratto, dei soggetti storici e della pittura decorativa.
L’intervistato è Filippo Boldini, pittore, allievo di Barzaghi Cattaneo.
A pagina 2 del settimanale «Teleradio» in edicola per la settimana dal 15 al 21 luglio 1978, si presentava con queste parole il servizio di Graziano Terrani e Marco Nessi:
Il pittore Antonio Barzaghi nasce a Lugano nel 1834. Grazie ad una sottoscrizione pubblica, nel 1863 può recarsi a studiare pittura in Italia. Frequenta dunque Brera, dove si dice sia stato discepolo di Hayez ed abbia fatto parte del movimento della Scapigliatura.
Nella sua arte si possono individuare tre generi specifici. In primo luogo, il ritratto (i suoi soggetti e modelli saranno soprattutto persone di Lugano); in secondo luogo, la pittura storica (questi dipinti rappresentano la parte più cospicua della produzione di Barzaghi, e quella in cui si manifestano talvolta i suoi ideali radicali e libertari); infine, la pittura decorativa, genere a cui appartiene la più nota realizzazione dell'artista: gli affreschi allegorici del corridoio dei Passi Perduti di Palazzo Federale.
Malgrado il grande successo ottenuto in vita, oggi Barzaghi (a cinquantasei anni dalla morte) è poco conosciuto, ed ancor meno studiato: sulla sua opera esiste solo una scarna bibliografia che consta per lo più di improvvisate recensioni giornalistiche.
Nelle pagine di «SIKART Dizionario sull’arte in Svizzera» si ne legge una estesa scheda biografica di Antonio Barzaghi Cattaneo scritta nel 2004 da Mariangela Agliati Ruggia. È invece di Rossana Cardani la più sintetica voce che si legge nelle pagine del «Dizionario Storico della Svizzera», scritta nel 2002.
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.