1971: La vertigine del futuro
1971: La vertigine del futuro
Mezzo secolo fa, a pagina 3 del settimanale «Radiotivù» in edicola il 19 giugno 1971, si leggeva la presentazione del programma televisivo «Lavori in corso» prodotto da Grytzko Mascioni, che sarebbe andata in onda la sera di lunedì 21 giugno 1971 con il titolo «La vertigine del futuro».
«La vertigine del futuro»: è questo il tema dell’ultima puntata del terzo ciclo di «Lavori in corso», il panorama di cultura internazionale che si propone di mettere a fuoco, grazie a una serie di collaborazioni e di interventi ad altissimo livello, alcuni problemi vitali per la scienza dell’uomo contemporaneo. Così è la volta, in questa puntata, di guardare in faccia allo sgomento che produce l’idea del domani, o addirittura la scomparsa di questa idea, l’incapacità di darle quella dimensione di concretezza di probabilità, con la quale ancora i nostri avi potevano presumere d’immaginare e tentare di costruire l’avvenire dei loro figli e dei loro nipoti. Un cast di intelligenze d’eccezione, variamente orientate, di diversa estrazione e opinioni magari divergenti, ci offrirà come al solito un panorama privo di reazioni, mentali ed emotive, all’argomento proposto: possiamo citare scrittori come Miguel Angel Asturias, ltalo Calvino, Max Frisch, Julien Green, Nathalie Sarraute , semiologi come Roland Barthes e A.J. Greimas, scienziati come il biologo Jean Rostand , il futurologo Hermann Kahn, lo psicanalista Franco Fornari, il ciberneta Silvio Ceccato, il sociologo Franco Alberoni; e un filosofo come Max Horkheimer.
Ma non si tratta di fare profezie: la redazione tenterà semplicemente di trovare, nello smarrimento che spesso insidia il pensiero contemporaneo, al livello della comune coscienza come a quello del più elaborato pensiero, di fronte alle più varie prospettive di un futuro sul quale si affaccia (respinti e attratti nello stesso tempo, smarriti e tuttavia carichi di speranze), come ad un orizzonte indefinibile e tumultuoso, le ragioni di una possibile presa di coscienza del nostro ruolo nel presente, di una responsabilizzazione che ci consenta di guardare, con un minimo di lucidità e di maturità, a quel domani che in gran parte siamo noi a costruire, oggi, e che sarà come lo avremo fatto.
A presentare il programma Grytzko Mascioni (verosimilmente l’autore del testo di presentazione sopra riportato) convocò in studio Stefano Agosti, Marisa Bulgheroni, Armanda Guiducci e Roberto Guiducci.

Per una storia collettiva della Svizzera italiana
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.