Luigi Rossi
E DAL VEDERE CONTINUAMENTE IL BEL LAGO, I BEI MONTI E IL BEL CIELO, MI È NATA, SENZA CHE LO SAPESSI, LA VOCAZIONE PER LA BELL’ARTE DEL DIPINGERE.
Luigi Rossi nasce nel 1853 a Cassarate. Tre anni più tardi con la famiglia si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera sotto la guida di Giuseppe Bertini, accanto ad artisti del calibro di Bazzaro, Gignous e Tallone.
Dopo gli inizi legati alla pittura di stampo verista e di genere, nel corso degli anni Novanta dell’Ottocento compie il passaggio al simbolismo, sviluppando appieno il proprio gusto per il colore e gli effetti luministici. Dalla Capriasca trae profonda ispirazione per le ambientazioni e per la tavolozza cromatica dei suoi dipinti en plein air. In tempi in cui la fotografia era in piena crescita e rappresentava una potenziale concorrente della pittura figurativa, Luigi Rossi fa tesoro di questo strumento utilizzandolo per realizzare ritratti il più possibile fedeli alla realtà.
Oltre che pittore e illustratore, è stato anche educatore all’istituto l’Umanitaria di Milano, dove per anni ha insegnato disegno agli apprendisti, a titolo gratuito.
Nel corso degli anni è stato un assiduo frequentatore della Capriasca durante le estati: prima a Cagiallo e Roveredo, poi, a partire dal 1913, in pianta stabile a Biolda.
Luigi Rossi, pittore
Luigi Rossi, pittore
“Come saprai benissimo anche tu, io sono nato a Cassarate, graziosissimo paese o in quel di Lugano e ho succhiato col nascere il latte al colore ad olio e dal vedere e dal vedere continuamente il bel lago, i bei monti e il bel cielo, mi è nata, senza che lo sapessi, la vocazione per la bell’arte del dipingere. A tre anni venni a Milano colla famiglia e fui messo all’A.B.C., ma pochissimo imparai, è inutile che ti aggiunga che per me l’aritmetica fu sanscrito grazie anche alla mia poca memoria e orditezza, a prova della quale potrai avere dai miei amici vari aneddoti. Arrivato poi alla scuola maggiore mi fermai ostinandomi a non più progredire, ostinazione che spinse il povero professore a far chiamare mia madre e dirle chiaramente che per me il mestiere migliore era un mestiere, così che i parenti addolorati non sapevano cosa fare di me. (…) Fui messo a Brera e come tutti gli altri ebbi varie medaglie d’argento, e come tutti gli altri sognai gloria e denari’’.
Luigi Rossi al lavoro accanto alla moglie e la figlia, 1920-1925.
Elisa Perelli nel giardino di biolda
Come molti suoi contemporanei del secondo Ottocento, Luigi Rossi fu un assiduo fruitore del mezzo fotografico, ricorrendovi per realizzare dei veri e propri bozzetti finalizzati allo studio della composizione su tela. La macchina fotografica rappresenta un valido aiuto per i pittori del tempo, uno strumento rapido e più fedele di qualunque schizzo dal vero in grado di accorciare decisamente i tempi di esecuzione, eliminando le lunghe ore di posa dei modelli.
“la donna dei fichi”
La figlia del pittore, Gina Maria Rossi
La figlia del pittore, Gina Maria Rossi
“la donna dei fichi”
Curatrice della mostra: Katia Piccinelli
Illustrazioni, tutto parla di te
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Archivio Museo della Memoria: MDM0379
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.