Video 1/6 Infanzia e gioventù
Video 1/6 Infanzia e gioventù
Nato nel dicembre del 1924 a Mendrisio, Ezio Crivelli ha passato i primi dieci anni della sua vita a San Gallo, dove la sua famiglia si era trasferita per lavoro; suo padre era specialista nell’industria chimico-farmaceutica. Rientrati a Mendrisio quando lui aveva dieci anni, i primi tempi, in quinta elementare, faceva fatica con la lingua italiana, perché parlava meglio il tedesco. Dopo gli studi ginnasiali a Mendrisio e il Liceo a Lugano, avrebbe forse desiderato diventare avvocato, ma suo padre lo indirizzò diversamente.
Le scuole
“Dopo il crollo dell’economia mondiale del 1929, anche in Ticino le condizioni di vita divennero difficili e mio padre, che era occupato nell’ industria chimico-farmaceutica, si trasferì con la famiglia a San Gallo, dove iniziai le scuole a 7 anni e non a 6 come in Ticino. Nei primi 3 anni la lingua utilizzata era lo Schwizerdütsch e non poche furono le mie difficoltà; in quarta divenne I'Hochdeutsch.
Rientrati in Ticino dopo pochi anni, frequentai a Mendrisio la quinta elementare con il Mo. Gusberti, per poi approdare al ginnasio letterario (4 anni di latino). Ottenuta la licenza iniziai gli studi liceali a Lugano, scegliendo I’opzione letteraria-filosofica (altri 3 anni di latino) . Rettore era il poeta e scrittore Francesco Chiesa (1871-1973) e, tra i professori, ebbi la fortuna di avere il filosofo Romano Amerio (1905-1997). A quei tempi quello di Lugano era I’unico liceo del Cantone, frequentato da circa 120 allievi ( 3 classi di filosofico e 3 di scientifico con circa 20 allievi ciascuna). Le ragazze erano pochissime (nella mia classe 5), in tutto il liceo circa 25. La maturità veniva conseguita annualmente da soli 35-40 studenti.
Gli anni di guerra
Del tempo di guerra ricordo tutte le privazioni e la vita difficile con I’obbligo dell’oscuramento delle luci mentre, in alto nel cielo, passavano spesso gli aerei della RAF che andavano a bombardare Milano. Ogni tanto salivo con qualche compagno ai “Tre Pini“ per vedere il bagliore e sentire le deflagrazioni delle bombe. Quelli di Chiasso salivano sopra Sagno da dove la vista era ancora migliore. E in quei momenti, seppur dovevamo fare molti sacrifici, eravamo contenti di essere risparmiati dagli eventi bellici. Io poi mi ritenevo molto fortunato di avere mia nonna materna, la “Sciura Maria di Mir”, proprietaria di un negozio di alimentari in piazzetta Borella, (dove esiste ancora la “Curt di Mir”) con annessa panetteria e pasticceria, di modo che, pur con il regime di razionamento, il buon pane e qualche dolciume non mi mancavano”.
Continuazione degli studi
Finalmente la guerra ebbe termine e io che avevo conseguita la maturità, ero indeciso su quale indirizzo dare ai miei studi. Ma un fatto inatteso cambiò completamente le mie inclinazioni. II Dipartimento cantonale dell’ agricoltura, diretto da Angiolo Martignoni (1890-1952), voleva dare avvio a un piano di trasformazione della viticoltura ticinese, favorendo la piantagione di nuovi vigneti con l’attribuzione di sussidi a favore dei viticoltori. L’unico tecnico disponibile era l’ormai anziano Giuseppe Paleari che, agli inizi del 1900, aveva frequentato corsi di viticoltura e enologia. Era ancora attivo presso l’lstituto Agrario cantonale di Mezzana quale insegnante e responsabile della cantina. Per il futuro il Dipartimento voleva disporre di un giovane tecnico capace di dar seguito al programma di miglioramento. Tramite un funzionario venni a conoscenza del fatto ed ecco allora farsi viva in me l’idea di seguire la nuova pista, rafforzata dal fatto che nella letteratura latina molti erano i riferimenti alla vite e al vino. Mi informai sulle scuole che avrei dovuto frequentare: in Svizzera non esistevano Istituti per l’insegnamento né della viticoltura, né dell’enologia. Avrei dovuto andare in Francia o in ltalia. Per fama della scuola e maggior vicinanza al Ticino scelsi l’lstituto superiore di viticoltura e enologia di Alba”.
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Archivio Museo della Memoria: MDM0683
L’Archivio della memoria di Stabio è nato nel 2010, grazie allo stimolo di un gruppo di appassionati di storia e cultura con lo scopo di raccogliere le testimonianze dei diretti protagonisti della vita quotidiana del paese, prima che si attuasse il turbinio di innovazioni che lo hanno cosὶ profondamente modificato.