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Video 2/6 La scuola di enologia

2022
Bruno Bergomi
Atte-Museo della Memoria

Ezio Crivelli viene indirizzato dal padre e dagli eventi verso gli studi di viticoltura e enologia.

Infatti il Dipartimento cantonale dell’agricoltura, diretto da Angiolo Martignoni (1890-1952), aveva in programma un importante rilancio di tutto il settore viti-vinicolo. In Ticino non c’erano giovani specialisti del settore, a parte l’Ingegnere Giuseppe Paleari, che però aveva già una certa età. Ezio Crivelli si decide, era la fine della guerra, di intraprendere gli studi in questo settore. In Svizzera non c’erano ancora scuole specializzate in viticoltura, bisognava optare per l’Italia o la Francia. Scelse l’Istituto superiore di viticoltura e di enologia di Alba. Naturalmente c’erano ancora tutti i segni della guerra e della lotta partigiana ben descritta da Beppe Fenoglio. I ponti sul fiume Po erano tutti distrutti e per arrivare ad Alba ci voleva un giorno. Oltre alle distruzioni materiali erano evidenti ancora le lacerazioni tra le famiglie. Rientrava raramente a Mendrisio e in bicicletta ha potuto percorrere e conoscere la campagna dell’albese e dell’astigiano con le colline delle langhe.

I ponti sul Po erano distrutti

“Alba oggi la si raggiunge in un paio d’ore in automobile. Nel 1945 con il treno occorreva una giornata intera per arrivarci. Tutti i ponti sul fiume Po erano distrutti e quelli provvisori posati su chiatte per cui i treni dovevano circolare per lunghi tratti a 10/20 km orari. Indispensabile era avere con sé una candela perché luci nelle carrozze non ce n’ erano. Per varcare il confine per risiedere ad Alba necessitava inoltre il permesso degli Alleati e non furono poche le pratiche per ottenere sul passaporto il famoso bollo circolare “NO OBJECTION”.

In quanto svizzero ero una “rarità“

Finalmente. Nell’estate del 1945 mi insediai ad Alba, studente all’lstituto Superiore di viticoltura ed enologia. Mi ambientai subito bene in mezzo a compagni tutti ben preparati in fatto di vite e vino, in quanto provenivano in gran parte da famiglie di viticoltori. Io, “lo Svizzero“, ero una rarità e tutti volevano sapere come in un paese neutrale avessi trascorso gli anni di guerra e se avessi avuto privazioni. Divenni amico di alcuni compagni piemontesi che mi misero in guardia sul modo di parlare e di esprimermi sugli eventi bellici . Alba era stata protagonista di intensi combattimenti fra partigiani e fascisti e tra le famiglie erano ancora evidenti le lacerazioni. Gli episodi che coinvolsero Alba nel secondo confitto mondiale sono raccontati dallo scrittore Beppe Fenoglio nel romanzo
“I ventitré giorni della città di Alba”.

Le Langhe

Mi ero trovato una buona camera presso una gentile famiglia e prendevo i pasti in una delle numerose trattorie albesi e, viste le difficoltà di percorso, rientravo raramente a Mendrisio. Durante il tempo Iibero avevo ottenuto di poter operare nei laboratori d’analisi dell’lstituto oppure mi dilettavo a visitare in bicicletta i paesi delle Langhe, il magnifico sistema di colline tutte ricoperte di vigneti che, viste dall’alto, danno un’ idea dell’importanza della viticoltura nella “provincia grande" (quella di Cuneo); sono paesaggi suggestivi che mai potrò dimenticare.”

Visita anche Istituto Superiore di Stato “Umberto Primo” | Associazione Cantine di Alba

Vai al dossier Ezio Crivelli cliccando qua.

Archivio Museo della Memoria: MDM0683

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30 marzo 2023
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00:02:17

Le nostre vite: un secolo di storia degli svizzeri attraverso le loro immagini

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